Yvonne Sciò è una artista italo americana che ha vissuto più vite: ha partecipato a pubblicità, programmi tv, film italiani e stranieri e da qualche tempo, indirizza la sua irrequieta curiosità verso il mondo delle donne, realizzando docufilm, come autrice e regista. L’ultimo, visibile su Raiplay, si intitola Seven Women, è un documentario voluto fortemente da Yvonne, ed ha per protagoniste sette donne provenienti da diverse parti del mondo, Girato tra ’Italia e gli Stati Uniti, racconta sette donne molto diverse tra loro ma che hanno in comune la voglia il coraggio di lottare, la creatività e l’originalità: Rosita Missoni, Rula Jebreal, Fran Drescher, Alba Clemente, Patricia Field, Susanne Bartsch, Bethann Hardison.
Gaiazoe l’ha intervistata:
Che cosa ti ha colpito in particolare delle sette donne che hai raccontato nel tuo docufilm?
Indubbiamente il lato umano, sebbene siano tutte donne famose e conosciute anche a livello internazionale. Vengono da posti diversi, appartengono a diverse religioni, ma tutte hanno in comune il fatto di essere forti e hanno influenzato sia il mio modo di essere, ma anche quello di altre donne.
Le conoscevi già?
Alcune sì, altre le ho incontrate per il film, altre, come Fran Drescher sono mie amiche anche nella vita.
Ad esempio, proprio di quest’ultima, nota in italia per aver interpretato il ruolo de La Tata, cosa ti ha colpito particolarmente?
Di Fran sono amica da tanti anni, da quando, vent’anni fa presi parte a qualche episodio della Tata e mai avrei immaginato che potessimo diventare amiche, proprio perché il mio ruolo non era fisso nella serie. Invece mi ha colpita fin da subito perché è un vulcano e ha vissuto numerose vita. Trasuda umanità a tutti i livelli. Ne La tata era attrice protagonista, produttrice insieme al marito e ha anche diretto qualche episodio. Mi ha insegnato con l’esempio a non aspettare che gli altri ti diano delle possibilità. Lei mi ha sempre detto che se non fosse stata caparbia, nessuno le avrebbe dato una chance per creare e produrre La tata. Senza dimenticare che è una donna molto forte, ha subito una violenza sessuale e ha combattuto il cancro. Ha vissuto per anni con suo marito, ma anche se ora sono separati, lei ha un rapporto bellissimo con lui. L’altro giorno era l’anniversario dei suoi genitori e continuava a mandarmi foto dalla festa di anniversario.
E di Rosita Missoni che ricordo hai?
Con lei il rapporto è diverso. Mi ha sempre affascinato la sua famiglia. Mia madre faceva la giornalista e ricordo che, quando ero piccola, adoravo disegnare sulle cartelle stampa che portava a casa dalle sfilate di moda. Quelle dei Missoni erano particolari e mi affascinavano tantissimo. Poi negli anni Missoni mi ha vestita durante alcune occasioni e ho conosciuto tutta la famiglia. In fondo Rosita Missoni ha parlato di questo, del suo rapporto con il marito Ottavio, talmente forte che si commuove ancora oggi, quando ne parla. E’ stata una immensa storia d’amore. Hanno sempre dato l’idea di una famiglia pulita, per bene e unita. Colorata come i loro maglioni
Rula Jebreal ha creato un vero e proprio caso al Festival di Sanremo…
Conoscevo bene la storia di Rula perché siamo amiche e ci frequentiamo da tempo. Abbiamo spesso trascorso le vacanze insieme con le nostre figlie. Alcuni dicono che lei sia aggressiva, ma sfido chiunque a non esserlo con tutto quello che ha passato. E poi lei è un esempio: spesso le ho sentito dire che se ce l’ha fatto lei, contro ogni possibile aspettativa, ce la può fare chiunque.
Hai già in mente di raccontare altre donne?
Certo, e credo che lo farò, ho già in mente i nomi, ma non li anticipo perché non voglio essere copiata.
Come stai vivendo la quarantena da Coronavirus?
A me non ha cambiato tantissimo la mia routine quotidiana. Io non sono mondana, non sono una che esce tantissimo. Mi piace stare in casa a lavorare o a studiare, per cui continuo, in parte, con la routine di sempre. Certo, fare lezioni a casa, seguire mia figlia che è in prima media e vive, come molti ragazzi della sua età, questa esperienza inattesa, può essere faticoso. I ragazzi non escono e sono abituati a sfogarsi fuori, fare sport, ma continuo a seguire quanto ci viene detto. Io, esco solo per al spesa e per andare, quando mi serve, in farmacia.
Tu sei per metà americana. Cosa pensi di come è stato presentato il coronavirus dal presidente Trump?
Io ho amici un po’ dappertutto e anche negli States, Nei giorni scorsi ho fatto una story in cui ero preoccupata e una mia amica l’ha vista. Mi ha chiamata e mi ha detto che è da quel momento che lei ha iniziato l’isolamento, anche se negli Usa non era ancora incominciato e veniva banalizzato il problema, soprattutto quando Trump lo “raccontava” come un virus straniero, (come se un virus potesse avere una nazionalità). Mi ringrazia ancora per aver divulgato quella storia. (Viviana Musumeci)