Camilla Onesti è una giovane designer di borse di origine italo/francese che ha vissuto alcuni anni a Parigi, per poi trasferirsi con la sua famiglia a Roma, dove vive tutt’ora. Lì si è diplomata allo Ied perché la moda è sempre stata una grandissima passione fin da quando era piccola. Camilla è l’ideatrice di Le Choix, marchio di borse artigianali dalla personalità molto forte.
Gaiazoe ha voluto intervistarla:
Come è nata Le Choix?
Credo che Le Choix abbiamo avuto inizio dalla mia tesi finale allo IED. Il mio progetto si ispirava all’ “estroflessione” della materia e io scegli come materiale la pelle. Presi ispirazione dai grandi artisti come Catellani e Bonalumi che creavano delle vere e proprie “pitture-oggetto” formate da tele tese su dei particolari telai strutturati con elementi che determinavano, da sotto, le configurazioni in rilievo delle composizioni. Questo procedimento consentiva all’artista di modulare con estroflessioni e introflessioni le superfici creando una dimensione mutevole di luci e di ombre.
Una volta terminati gli studi, ho subito iniziato a produrre borse, con modelli piuttosto elementari. Con il tempo, grazie anche a numerose prove e qualche errore, sono arrivata qui.
Che rapporto hai con la moda?
E’ sempre stata la mia passione, sin da bambina. Ad oggi tuttavia, mi sento un po’ estranea al fashion system, che devo dire mi crea un po’ di ansia con le sue regole rigide. Io immagino tutte le donne, di tutte le forme e di tutte le età, con le mie borse, riesco ad immaginarle nei loro abbinamenti. Vorrei sollevare le donne dalla spasmodica scelta dei vestiti, cercando di semplificare i look e arricchirle di accessori. Infatti, le mie borse sono rivolte a un pubblico più timido a quello estroso. Ed è anche per questo che il mio brand si chiama Le Choix, poiché indica la scelta di ogni donna.
La creatività è la mia vita, non saprei indicare da dove nasce, ogni luogo mi arricchisce, sicuramente più di tutti è l’aeroporto dove si incontrano diverse culture, dove si intuisce molto in una donna. Poi ovviamente il cinema e l’arte.
Dove avviene la produzione e perché siete sostenibili?
La nostra è una piccola produzione, che avviene in un laboratorio romano, quindi abbiamo controllo su tutta la filiera. Acquistiamo materiali e pellami solo made in Italy. Il packaging è in cartone o in tessuto, tutto riutilizzabile e prodotto interamente a Roma. Evitiamo l’uso di plastica. Inoltre con la linea patchwork project, abbiamo eliminato quasi totalmente gli scarti di pellami, perché destrutturando la borsa riusciamo a utilizzare la pelle in tutte le sue parti. E i pezzi più piccoli che rimangono li usiamo per fare le etichette. Non abbiamo certificazioni ufficiali, ma abbiamo questo codice interno che va nella direzione della sostenibilità e dell’eliminazione degli scarti. Avrei potuto rincorrere certificazioni varie che avrebbero avuto il loro peso anche in un’ottica di marketing, ma non l’ho fatto. Per me e per realtà simili nelle dimensioni alle mie , prima ancora delle certificazioni bisogna darsi dei principi. Ti faccio un esempio, per quanto riguarda il packaging avevo trovato dei fornitori che mi garantivano prezzi bassi e ovviamente una bella certificazione da esibire, ma avevano solo un piccolo problema si trovavano a migliaia di chilometri di distanza. Abbiamo preferito allora rivolgersi ad un artigiano della carta di Roma , riuscendo così a raggiungere tre obiettivi importanti: produciamo il packaging solo quando ci serve e nel numero necessario non entrando della logica dei grandi numeri e della sovrapproduzione, non siamo costretti a far attraversare il globo al nostro packaging, ma viaggia solo qualche chilometro, aiutiamo un tessuto sociale quello dei piccoli artigiani in cui crediamo molto.
Questa per noi è sostenibilità questo è Le choix! Non avremo certificazioni ma va bene cosi.
Chi sono le persone che lavorano con te?
Con me lavora la mia fidata Fabiola, amica e secondo me anche lei artista ( anche se non lo sa ancora) e il mio compagno che mi sostiene da sempre.
Dove ti vedi fra 5 anni?
M vedo con la mia famiglia in un terreno vinicolo in toscana, con il mio laboratorio sulle vigne e magari anche con un artigiano che lavora solo per me.