Il tempo sospeso e dilatato delle vacanze è un terreno fertilissimo per dedicarsi alla lettura: prezioso e lento è un attimo da sfruttare e da vivere.
Come? Con la complicità dei libri, naturalmente.
Tendenzialmente oggi andiamo in vacanza in Italia e accorciamo le distanze da casa, ma viaggiare significa anche spaziare con la mente, e leggere è il miglior modo per farlo. Ecco i miei consigli per le letture di agosto. Cominciamo da una saga, o meglio, dall’ultimo capitolo di una trilogia tutta al femminile che in Germania è l’equivalente de l’Amica Geniale nel nostro paese: sto parlando di “Aria di Novità” di Carmen Korn, edito da Fazi Editore. Un tuffo nel XXmo secolo fatto con un ritmo narrativo vivace che si dispiega tra sentimenti e guerre, orrori e contraddizioni, regalato dall’occhio di quattro diverse donne che l’hanno attraversato, in perfetto equilibrio tra pathos e ironia. Le strade di Amburgo e della Germania sembrano prendere vita tra le pieghe di un racconto che, ahimè, è arrivato al suo epilogo ma non è per questo meno entusiasmante.
Last but not least, Fazi editore partecipa alla solidarietà digitale e mette a disposizione gratuitamente, ogni lunedì e per tutto il periodo della quarantena, sul suo sito e su tutti gli store online alcuni titoli preziosi del suo catalogo (da “Un incantevole aprile” di Elizabeth von Armin a “Il Manoscritto” di Franck Thilliez, per intenderci).
Vacanze fa rima con grandi classici e di questi fa sicuramente parte “La Chimera” di Sebastiano Vassalli – edito da Einaudi– un romanzo storico in cui la realtà dei fatti narrati si fonde con l’invenzione e dove la storia di una donna, Antonia Spagnolini, aka la strega di Zardino, si mescola con le superstizioni del terribile XVIImo secolo. Cuore de “La Chimera” sono le valli della bassa novarese sottoposte non solo al dominio degli Spagnoli ma soprattutto al potere ottuso di una Chiesa che condanna senza possibilità di appello la bellezza di una donna in nome della sua presunta stregoneria. Un capro espiatorio scelto ad hoc per giustificare eventi avversi e maledizioni divine, in cui l’ipocrisia degli esponenti della Chiesa, impegnati più in lotte clandestine per prendersi il potere che dediti alla cura delle anime, traccia un affresco spietato di un’umanità ottusa e folle. Un libro che si divora e che non smette di fare pensare.
Agosto, per me, dovrebbe avere una sola meta, la Sicilia: non mi arrendo e, al contrario, l’ho ritrovata ne “La Concessione del telefono” di Andrea Camilleri, Sellerio editore. Genuardi Filippo indirizza una lettera al prefetto di Montelusa per sapere come attivare una linea telefonica a uso privato: questa semplice richiesta scatena una serie di eventi esilaranti e surreali, con la complicità di personaggi pubblici ottusi e i fasti della demenziale burocrazia siciliana del 1891. Tra l’insistenza del Genuardi e i sospetti dei funzionari pubblici ossessionati dalle congiure contro lo Stato, in mezzo a fraintendimenti e a presunti interventi mafiosi, si delinea un impianto narrativo innovativo fatto di documenti reali alternati a dialoghi a due voci, tanto bizzarri quanto realistici, con cui servire un gioco degli equivoci accattivante e spassoso.
Sarà la musica che gira intorno. O sarà l’infinita meraviglia di Parigi ad avermi conquistato nell’ultimo romanzo di Virginie Despentes “Trilogia della città di Parigi”, edito da Bompiani. Un libro controverso ed estremamente musicale, che ruota intorno al bukowskiano Vernon Subutex, politicamente scorretto gestore di un negozio di dischi ridotto a homeless dall’avvento della tecnologia. La sua nuova vita, in cui la sua identità di “discaio” non viene mai persa, è circondata da una folla di personaggi al limite dell’emarginazione le cui storie si intrecciano con le tematiche più attuali, dalle droghe all’integralismo islamico, dal sesso alle disuguaglianze. Un viaggio in caduta libera nel sottobosco di una città non più da cartolina ma stridente e quasi distopica: una Parigi indurita e dissestata, urbana ma anche antipopolare, paladina di una contemporaneità che a volte spaventa ma che più spesso invita a ritrovare sé stessa anche a costo di una discesa agli inferi.
Olive Kitteridge, c’est moi: una squisita leggerezza, sebbene profonda e ironica, è garantita da “Olive, ancora lei” di Elizabeth Strout, pubblicato da Einaudi, che dopo un decennio torna prepotente e irruente come sempre a raccontare la sua quotidianità. Da un punto di vista più maturo, certo, ma non per questo meno piacevole. Non è un elogio della vecchiaia, attenzione, perché l’anziana ex insegnante di matematica, rimasta vedova e con un figlio sposato a New York, non ha nessuna intenzione di perdere quel carattere impossibile che l’ha fatta amare in tutto il mondo. Cerca e trova l’amore, pur continuando a lamentarsi; rimane arroccata nel piacere della solitudine ancorché temperata da gentilezza; si fa spettatrice delle meravigliose e intense storie di varia umanità che disegnano la cittadina di Crosby dove vive. Il capitale umano che ne deriva è meraviglioso, il tempo della lettura diventa una spassosa e implacabile analisi della provincia americana fatta con la lucidità della Strout, che restituisce un affresco vitale e luminoso dal quale farsi inghiottire.
Un respiro contro la paura: non me ne voglia Brunori Sas, ma uno dei miei modi preferiti per affrontare l’ansia – e la vita tutta, ma questa è un’altra storia – è lo yoga. E proprio di questa amatissima disciplina (che è un percorso interiore, un vero e proprio mondo) ne parla in maniera semplice ed esaustiva il libro di Francesca Senette, “Il piccolo libro dello yoga”, edito da Sonda, con il quale la giornalista a cui lo yoga ha cambiato la vita (appunto) risponde agli interrogativi principali che chiunque si avvicini a questa pratica si pone. Una disamina chiara, centrata sul risvolto filosofico e concettuale di una disciplina antica e sempre attuale, un balsamo ideale per ogni momento, di gioia come di dolore, in cui si mostra come oltre le asana ci sia davvero molto di più. Dedicato a chi si approccia allo yoga ma anche a chi, già amante del tappetino, ha voglia di approfondirne gli aspetti meno noti. (Ursula Beretta)