L’acqua rappresenta un elemento essenziale per l’uomo: non solo costituisce circa il 60% della nostra massa corporea, ma è anche il luogo da cui proveniamo. Nei primi nove mesi della vita, l’uomo trascorre il suo tempo in un ambiente acquatico, sperimentando una relativa serenità. Durante questa fase, il feto si forma nell’acqua, un’esperienza che, sebbene non ricordiamo consciamente, ci condiziona inconsciamente.
Immersione, yoga e meditazione
L’immersione in acqua presenta somiglianze con lo yoga, specialmente per quanto riguarda la respirazione, e con la meditazione, poiché facilita la sintonizzazione su un diverso livello di coscienza. Recenti studi di psicologia fetale hanno dimostrato che il feto, immerso nell’amnios, può percepire e memorizzare informazioni sonore dall’ambiente esterno e interno al grembo materno. Queste “memorie sonore” influenzano la percezione del neonato nel mondo esterno, consentendogli di riconoscere la madre, i parenti e persino i modelli culturali una volta nato.
Dal punto di vista sonoro, l’immersione sott’acqua presenta analogie tra il mondo del sommozzatore e quello del feto, poiché entrambi sono immersi in un liquido, con la trasmissione del suono che avviene in modo simile. Gli effetti del galleggiamento in acqua, simili a quelli della meditazione, sono stati documentati da ricerche mediche, mostrando benefici sia fisici che psicologici.
La meditazione dell’acqua: che cos’è?
La “terapia del galleggiamento” offre un riposo straordinario al cervello, equiparabile a cinque ore di sonno in un’ora di galleggiamento. Durante questa pratica, la mente può raggiungere uno stato di riposo profondo. La meditazione proposta prevede di rimanere seduti o sdraiati, iniziando con cinque respirazioni profonde focalizzate sull’aria che entra ed esce dalle narici.
Successivamente, si esegue uno scan del corpo, visualizzando mani che massaggiano ogni parte del corpo per rilasciare tensioni. La meditazione prosegue con l’immaginare di camminare su un percorso, sentendo sotto i piedi la consistenza di diversi materiali. Si esplora un paesaggio immaginario, con la transizione graduale verso l’acqua. L’ingresso graduale nell’acqua e il galleggiamento inducono un rilassamento totale del corpo.
Durante la meditazione, si aprono gli occhi per ammirare il cielo sopra di noi, quindi ci si concentra sulle sensazioni provocate dall’acqua. Al termine, si immagina di alzarsi, camminare fuori dall’acqua e ritornare al presente, con i piedi sulla sabbia asciutta e calda. Questa pratica può essere eseguita a piacimento, consentendo una profonda concentrazione sull’ambiente, sull’acqua e sulle sensazioni fisiche.
(a cura di Gaiazoe.life)
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