Proprio stamattina ho ricevuto la newsletter di The New Yorker che riporta un articolo di Peter Slevin che racconta una vicenda preoccupante per la gestione ambientale negli Stati Uniti perché, sì, oltre ad aver firmato l’uscita dagli accordi di Parigi, Donald Trump sembra che stia facendo di tutto per abbattere gli Stati Uniti in termini di Climate Change. La storia raccontata nella newsletters si svolge in Carolina del Nord, dove Jenifer Bunty, specialista nel recupero dai disastri per lo U.S. Forest Service, si è trovata a dover affrontare un duro colpo: il licenziamento di numerosi colleghi nel bel mezzo della ripresa dopo l’uragano Helene.
Secondo l’articolo, il governo federale ha stanziato 2,6 miliardi di dollari per riparare i danni causati dagli uragani, e Bunty stava lavorando per pianificare la ricostruzione di ponti, strade e sentieri della foresta nazionale di Pisgah, un’area di grande importanza ecologica e turistica. Tuttavia, con un personale già ridotto e oltre 40 posizioni vacanti, il lavoro era un’impresa titanica. La situazione si è aggravata il 13 febbraio, quando l’amministrazione Trump ha avviato un’ondata di licenziamenti su scala nazionale, colpendo duramente il Forest Service e lasciando il settore ancor più sprovvisto di risorse umane fondamentali.
Tra le persone licenziate c’era anche Mike Knoerr, biologo della fauna selvatica responsabile della foresta di Pisgah. La sua assenza, come sottolineato da Bunty, rischia di compromettere il rispetto della normativa federale nelle operazioni di recupero ambientale.
Make America great again?
Questi tagli si inseriscono in un piano più ampio dell’amministrazione, che punta a ridurre drasticamente il numero di impiegati federali. “La stagione del governo dei burocrati non eletti è finita”, ha dichiarato Donald Trump nel suo discorso al Congresso, presentando i licenziamenti come una vittoria politica. Ma quali saranno le conseguenze per l’ambiente? Secondo il report di The New Yorker, il Forest Service perderà almeno 2.000 lavoratori, proprio in un momento storico in cui incendi e tempeste devastano sempre più frequentemente il territorio americano.
La storia di Bunty è emblematica di questa crisi. Dopo aver lavorato 19 giorni consecutivi per coordinare le operazioni di emergenza post-uragano, spesso senza elettricità né acqua, è stata licenziata senza preavviso. “Facevo il mio lavoro dei sogni”, racconta, descrivendo il momento in cui ha ricevuto la divisa del Forest Service con un misto di orgoglio e commozione.
In segno di protesta, si è unita a un gruppo di manifestanti a Asheville, dove cittadini e attivisti hanno chiesto un ripensamento sulle scelte governative. Il Dipartimento dell’Agricoltura ha poi annunciato che alcuni dipendenti licenziati sarebbero stati reintegrati temporaneamente per 45 giorni, ma il loro futuro rimane incerto.
Questa vicenda solleva domande cruciali: come possono gli Stati Uniti affrontare le emergenze climatiche senza un servizio forestale adeguato? Quale sarà l’impatto di queste scelte sull’ecosistema e sulle comunità locali? La storia di Jenifer Bunty non è solo una questione di lavoro perso, ma un simbolo di una politica ambientale che rischia di lasciare ferite profonde nel territorio e nella società. E forse non solo negli Stati Uniti.
(a cura di Viviana Musumeci, founder di Gaiazoe.life)