C’è qualcosa di affascinante – e profondamente umano – nella contraddizione. Ed è forse questo, oggi più che mai, il tratto distintivo di J.K. Rowling: scrittrice geniale, imprenditrice visionaria, figura controversa, tanto amata quanto contestata che oggi compie 60 anni (del resto anche la sua creatura più famosa, Harry Potter compie gli anni oggi).
E non posso esimermi dal confessarlo:Harry Potter è tra i miei romanzi preferiti. Per la sua ricchezza narrativa, certo, ma soprattutto per la struttura profonda che riecheggia il Viaggio dell’Eroe di Joseph Campbell, il più universale degli archetipi narrativi. C’è tutto, in quella saga: la chiamata, la soglia, le prove, il mentore, il ritorno. Un impianto mitologico rivestito di una lingua accessibile, moderna, evocativa. Forse è proprio questa alchimia tra classicità e cultura popolare, tra destino e libertà, ad aver reso la storia del maghetto di Hogwarts immortale.
Le contraddizioni di J.K Rowling
Ma se la Rowling scrittrice è stata capace di dare vita a un mondo in cui milioni di lettori hanno trovato rifugio, identità e coraggio, la Rowling donna è tutt’altro che priva di zone d’ombra.
Come scrivevo, oggi la Rowling spegne 60 candeline e lo fa come una delle autrici più influenti e ricche al mondo. Da madre single che viveva grazie al welfare britannico, la sua parabola è diventata una delle narrazioni più iconiche del nostro tempo. Un vero “hero’s journey” anche fuori dalle pagine.
Dal rifiuto di numerosi editori nel 1997 al successo planetario de La Pietra Filosofale, fino a oltre 600 milioni di copie vendute, 80 traduzioni e un impero economico stimato da Forbes in 1,2 miliardi di dollari. Tutto questo senza mai cedere del tutto il controllo creativo: Rowling ha fondato Pottermore Publishing, ha gestito con lucidità i diritti digitali e cinematografici, e ha supervisionato ogni derivazione del suo universo, dagli Animali Fantastici allo spettacolo teatrale Harry Potter and the Cursed Child, che da solo ha incassato oltre un miliardo di dollari.
Le zone d’ombra
Ma non è tutto incanto. Dal 2020, Rowling è diventata il centro di una bufera culturale per le sue posizioni critiche nei confronti del movimento trans. Le sue dichiarazioni – spesso dirette, altre volte ambigue – hanno generato reazioni durissime, tra cui la presa di distanza pubblica di Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint. Rowling, però, non ha mai ritrattato. Anzi, ha continuato a esporsi con toni battaglieri, soprattutto su X, dove la seguono oltre 14 milioni di persone.
Eppure, nonostante tutto, non è mai stata cancellata. Anzi. Il 2023 ha visto Hogwarts Legacy diventare il videogioco più venduto dell’anno, con 24 milioni di copie. I parchi tematici a Orlando, Hollywood, Tokyo e Pechino registrano record di affluenza. E nel 2026 arriverà la nuova serie televisiva su Hbo Max, che ripercorrerà i sette romanzi originali con un cast rinnovato, sotto la supervisione (ovviamente) di Rowling stessa.
Ricca ma le tasse le paga in Scozia
Alla provocazione di un utente che le chiedeva come faccia a dormire la notte dopo aver perso così tanti lettori, ha risposto con cinismo tagliente: “Leggo gli ultimi assegni delle royalties e il dolore passa subito”.
Sì, lo so, è facile giudicare. Ma resta il fatto che, accanto all’imprenditrice, c’è anche la filantropa: Rowling ha donato oltre 250 milioni di dollari a cause come la lotta alla povertà infantile, alla sclerosi multipla e alla violenza domestica. Non si è mai trasferita in paradisi fiscali, continua a pagare il 45% di tasse e ha dichiarato di voler crescere i propri figli in una società reale, non in una bolla elitaria.
E questo, nel mondo di oggi, non è poco (basti pensare a quegli sportivi che ci fanno sognare ma poi preferiscono pagare le (poche) tasse nel regno monegasco).
J.K. Rowling è il simbolo perfetto della complessità del nostro tempo: genio e polemica, empatia e rigidità, incanto e disincanto. Forse è proprio questo intreccio – a tratti scomodo – tra luce e ombra, a renderla una narratrice così potente.
Perché in fondo, per raccontare davvero l’essere umano, bisogna essere disposti a non essere perfetti. Neanche nella vita. E comunque, per quel che può contare: auguri J.K.
(a cura di Viviana Musumeci founder di Gaiazoe.life)