Dalla necessità alla scelta consapevole
C’è stato un tempo in cui comprare di seconda mano era sinonimo di necessità. Oggi, è un gesto di consapevolezza.
Una ricerca di BVA Doxa sulla Second Hand Economy 2025, realizzata in collaborazione con Subito, fotografa un’Italia sempre più orientata alla circolarità: il mercato dell’usato vale ormai oltre 27 miliardi di euro, pari all’1,2% del PIL nazionale.
Dietro questi numeri si nasconde un cambiamento culturale profondo.
Non si tratta più solo di risparmiare — anche se il vantaggio economico resta la leva principale per il 60% degli italiani — ma di scegliere in modo più etico e sostenibile, contribuendo a ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale della produzione di beni nuovi.
La cultura del riuso, in Italia, non è più una nicchia. È una filosofia di vita che abbraccia moda, arredamento, tecnologia e mobilità, e che coinvolge tutte le generazioni, con una crescita significativa tra i giovani under 35, più sensibili ai temi della sostenibilità e del consumo responsabile.
Il valore del riuso: tra digitale, design e nuove abitudini
Secondo la ricerca, il canale digitale è oggi il motore principale del mercato dell’usato: oltre la metà delle transazioni avviene online o nasce da una ricerca sul web.
Le piattaforme di resale, i marketplace e le community digitali hanno reso il riuso accessibile, trasparente e – soprattutto – desiderabile.
Il comparto moda e accessori continua a crescere, spinto dalla diffusione di piattaforme dedicate come Vinted, Vestiaire Collective o Depop, ma anche da iniziative dei brand che introducono programmi di take back e resale direttamente nei propri store.
Il consumatore non si accontenta più del nuovo: vuole una storia, un valore aggiunto, un capo che duri nel tempo.
Non sorprende, quindi, che la seconda mano sia diventata un laboratorio di nuovo design e creatività circolare, dove il concetto di “nuovo” si ridefinisce continuamente.
In questo senso, il second hand non rappresenta una rinuncia, ma una forma di resistenza gentile al consumismo, capace di generare valore ambientale, sociale ed economico.
Il futuro è circolare
Con un’economia globale sempre più instabile e un’urgenza climatica che non può più essere ignorata, il mercato dell’usato si conferma un alleato chiave nella transizione verso modelli di consumo più sostenibili.
Ogni oggetto che torna in circolo è un piccolo atto di rigenerazione: riduce i rifiuti, prolunga la vita dei materiali e racconta una nuova idea di bellezza – più autentica, più lenta, più consapevole.
Come mostra la ricerca di BVA Doxa, la second hand economy non è solo un trend passeggero, ma un modo per ridefinire il nostro rapporto con le cose, con il tempo e con l’ambiente.
Comprare usato significa, oggi, scegliere il futuro.
(a cura di Gaiazoe.life)