In un laboratorio dove ogni punto è una storia e ogni stoffa una seconda possibilità, Spazio 3R – Riciclo, Ricucio, Riuso tesse da anni trame di rinascita e inclusione. Nato nel 2016 come progetto di formazione per donne in difficoltà, oggi è diventato un’impresa sociale riconosciuta, un luogo dove la sartoria incontra l’empowerment femminile e la sostenibilità si fa gesto quotidiano.
Dietro al suo percorso si intrecciano ascolto, comunità e lavoro condiviso: principi che hanno guidato la crescita di un progetto che è molto più di un laboratorio artigianale. È uno spazio dove si ricuciono vite, dove l’ago diventa strumento di cura e la manualità un linguaggio universale di dignità e libertà.
Dal primo corso di sartoria base in Viale Lazio, sostenuto da Fondazione Cariplo, fino all’apertura dei nuovi laboratori ai Navigli e in Brianza, Spazio 3R ha costruito una rete di relazioni virtuose con associazioni come Cena dell’Amicizia, Donna e Madre e La Grande Casa. Ogni tappa rappresenta una conquista collettiva, frutto di un modello di economia di prossimità che unisce sostenibilità ambientale e sociale.

Gaiazoe ha intervistato la presidente Chiara Ceretti:
Spazio 3R è nato come progetto di inclusione e oggi è diventato un’impresa sociale: quali sono stati i passaggi più significativi di questa evoluzione?
Dal 2016 ad oggi il motore è sempre stato l’ascolto dei bisogni delle donne e della comunità. Dal primo corso di sartoria base del 2016 (da un progetto di Irene ETS con il contributo di Fondazione Cariplo) in Viale Lazio 20 (spazio in collaborazione con il CIF Metropolitano di Milano) sono state le donne stesse chiederci di continuare con il co-working e con i corsi avanzati. Fino ad arrivare al 2020: anno di nascita dell’Associazione Spazio 3R Riciclo Ricucio Riuso. Sono state assunte 2 delle donne che avevano partecipato ai primi corsi part-time a tempo indeterminato, sono arrivate le prime richieste conto terzi e si è sviluppata la linea di Spazio 3R con la collaborazione di professioniste del settore moda. Tra il 2021 e 2022 abbiamo allestito e avviato: un Temporary shop in via Bezzecca 4 con Cena dell’Amicizia ODV, e un laboratorio presso la scuola primaria Tommaso Grossi. Nel primo sono venduti i prodotti della linea di Spazio 3R e teniamo eventi aperti alla comunità per sensibilizzare sul fare artigianale, mentre la scuola ospita i corsi per le mamme del quartiere e i bambini/le bambine della scuola. A settembre 2023, Spazio 3R ha acquisito lo status di “impresa sociale” con lo scopo primario di promuovere la formazione. Il Consiglio Direttivo si è allargato da 3 a 6 membri (5 donne e 1 uomo); ognuno/a ha un profilo professionale diverso e mette a disposizione le proprie competenze per i progetti dell’Associazione. A giugno 2024 è stato fatto un altro grande passo: è stato inaugurato un nuovo spazio di oltre 100 m.q. in via Ascanio Sforza, a Milano in zona Navigli, in collaborazione con l’Associazione Donna e Madre. Questo ha moltiplicato le opportunità di formazione (con i percorsi professionalizzanti finalizzati al reinserimento lavorativo) e implementato le attività di laboratorio e i lavori conto terzi, in particolare con l’inserimento di strumenti digitali (una ricamatrice digitale e un plotter da taglio laser). In questa sede, oggi, svolgiamo anche workshop per sensibilizzare la comunità al fare manuale e alla moda sostenibile. A settembre è stata assunta a tempo indeterminato una terza sarta (questa volta full-time).
Nel 2025 è stato aperto un terzo laboratorio a Macherio, in provincia di Monza e Brianza e in collaborazione con la cooperativa La Grande Casa; a maggio è iniziato il primo corso base e dopo la pausa estiva sono riprese le attività di formazione e le attività di co-working.
Con il crescente numero delle attività di Spazio 3R, abbiamo riscontrato l’esigenza di strutturarci meglio anche interiormente e a settembre 2025 è entrata ufficialmente nel team, dopo un periodo di tirocinio, una giovane responsabile di comunicazione.
Dall’ascolto al cambiamento: la nascita di un’impresa sociale
La formazione è uno dei vostri pilastri fondamentali: come vengono strutturati i corsi e quali competenze pratiche e relazionali si punta a trasmettere alle partecipanti?
La formazione è il cuore di Spazio 3R proprio perché crediamo che il cambiamento culturale parta proprio da questo. I percorsi sono destinati a donne disoccupate o inoccupate e sono tenuti dal team di docenti professioniste; il programma varia a seconda dei livelli.
I corsi base sono generalmente uno o due moduli da 70 o 80 ore ciascuno e gli obiettivi sono imparare a usare le macchine da cucire industriali, realizzare i cartamodelli e confezionare i primi capi.
I corsi professionalizzanti sono invece tenuti da una docente e consigliera di Spazio 3R con più di 40 anni di esperienza in diversi laboratori sartoriali, e l’obiettivo è proprio il reinserimento lavorativo delle donne: vengono infatti coinvolte persone con competenze sartoriali pregresse da implementare per rispondere alle esigenze del mercato. La durata del percorso può variare, la cosa a cui teniamo è di affiancare la formazione tecnica in aula ad altri momento in cui è possibile sviluppare le soft skills, nascono così study visit in aziende del settore, i percorsi terapeutica artistica e di avvio al lavoro con un formatore professionista.
In ogni corso il clima che si crea in laboratorio è fondamentale: crediamo che la sartoria possa essere uno strumento per ricominciare e le ore passate in laboratorio siano da stimolo per riprendere in mano la propria vita. Il fare manuale infatti ha il potere di far sentire la persona di “essere in grado” di fare un lavoro e il risultato finale del prodotto confezionato è l’esito di questo processo, perché vedi concretamente la tua creazione. Non tutte le partecipanti ai corsi poi proseguono con la sartoria, ma finiscono il percorso con più consapevolezza delle proprie abilità e maggiore sicurezza di sé. Le tante ore passate in laboratorio favoriscono la creazione del gruppo: si lavora insieme, ci si confronta e ci si aiuta, oltre a condividere un caffè o la merenda.
In che modo le collaborazioni con realtà come “Cena dell’Amicizia” o “Donna e Madre” contribuiscono a rafforzare la vostra rete e la missione dell’associazione?
Il lavoro di rete e la collaborazione con le realtà del Terzo Settore è per noi fondamentale, fin dalla nascita di Spazio 3R. Questo perché solo in questo modo si condividono risorse, competenze e progetti, e si riesce a rispondere insieme ai bisogni della comunità. In Spazio 3R agiamo in ottica di economia di prossimità proprio per avere un impatto non solo sulle beneficiarie dei corsi, ma anche sulle loro famiglie, sulle giovani generazioni e sull’intera comunità.
Tutti i nostri spazi sono in collaborazione con realtà diverse: dal primo laboratorio di Viale Lazio in collaborazione con il CIF Metropolitano di Milano, al Temporary shop in via Bezzecca in condivisione con Cena dell’Amicizia ODV, fino ai nuovi spazi in via Ascanio Sforza con Associazione Donna e Madre, e il laboratorio a Macherio (in Monza e Brianza) con La Cooperativa La Grande Casa.
Crediamo che in questo modo si creano più facilmente relazioni a catena, fonte di nuove opportunità, nuove idee e nuovi progetti.

Ricucire per rinascere: la formazione come strumento di empowerment
La frase di Halima, “la sartoria è come nuotare, quando impari poi vai sempre più al largo”, racchiude un senso di rinascita personale. Quanto conta l’aspetto umano e di empowerment nel vostro lavoro quotidiano?
In Spazio 3R le persone sono protagoniste. Non solo coloro che lavorano stabilmente nei laboratori, ma anche le donne che frequentano i corsi di formazione, il gruppo soci/socie e tutto parte dal rispondere a bisogni mirati e specifici di ognuno/a. Dal 2016 ad oggi sono più di 250 le donne passate dai nostri laboratori provenienti da più di 35 paesi del mondo. Ognuna di queste persone ha lasciato un segno e con alcune di loro siamo ancora in contatto, ci vengono a trovare quando passano da Milano o ci sentiamo anche solo per farci gli auguri. Questi piccoli gesti fanno la differenza e rappresentano il segno che Spazio 3R ha lasciato in loro. Una parola che ci piace molto è ”Ricominciare”, che il caso vuole inizia proprio con la lettera R che tanto ci appartiene. Ci piace pensare che i nostri laboratori siano come un canale di passaggio da un passato “frammentato” a un futuro ricco di opportunità.
I vostri laboratori uniscono sostenibilità, creatività e inclusione. Come avviene la selezione dei materiali e che valore simbolico ha il “riuso” nel vostro percorso?
La sostenibilità ambientale si intreccia con quella sociale. Da sempre nei corsi di formazione o nei laboratori per bambini/e lavoriamo solamente con materiale di recupero di alta qualità, donato da aziende. Abbiamo delle aziende tessili che da sempre collaborano con noi, poi selezioniamo il materiale in base ai lavori che dobbiamo svolgere e alle esigenze dei/delle clienti. Il recupero del materiale nei nostri laboratori si intreccia alla rinascita delle vite personali delle donne.
Cosa rappresenta oggi Spazio 3R nel panorama delle imprese sociali milanesi e quale impatto avete riscontrato nella comunità locale?
Un esempio di lavoro di comunità che stiamo portando avanti da qualche anno è quello in Municipio 4, in particolare con l’IC Tommaso Grossi e in collaborazione con le organizzazioni non profit del quartiere come Comunità Progetto, il Comitato di quartiere Molise Calvairate e Fondazione Somaschi. Durante due mattine a settimana teniamo i corsi di sartoria e il co-working per le donne del quartiere, mentre un pomeriggio a settimana è dedicato al percorso per i ragazzi e le ragazze della scuola. Alcune delle mamme del corso sono state poi coinvolte in un progetto di comunità per lavorare al Temporary Shop e una di loro è in seguito diventata la tutor responsabile del co-working. Questo è solo un esempio di attività di rete di successo che ha avuto un impatto positivo sulle donne e sulle giovani generazioni.
Quali sono le principali sfide che un’associazione come la vostra affronta per mantenere vivo un progetto di formazione e lavoro sostenibile nel tempo?
Una delle sfide da tenere in conto è che si lavora con persone che vengono da noi perché stanno affrontando un momento di difficoltà o cambiamento e di conseguenza ogni giorno possono subentrare difficoltà personali diverse che inevitabilmente impattano sul lavoro. Non è facile venire in contro alle esigenze di tutti/e, soprattutto perché, ad esempio, nel laboratorio lavorano donne con storie e generazioni diverse. In questo caso il potere del gruppo fa la differenza e le sarte sono sempre molto accoglienti.
Un’altra sfida è quella di rimanere al passo con i tempi e attrarre le giovani generazioni al lavoro sartoriale: sempre più aziende ci stanno segnalando che mancano persone che facciano questo mestiere e sempre di più richiedono una specializzazione nelle competenze. Sempre meno giovani vogliono fare i sarti o le sarte, e uno dei nostri obiettivi è proprio quello di far conoscere il mestiere attraverso i laboratori per bambini e bambine o facendo vedere che anche in sartoria si possono usare gli strumenti digitali e servono di conseguenza le competenze giuste per saperli usare.
Fili che uniscono: rete, sostenibilità e futuro condiviso
Il vostro lavoro intreccia artigianato e impegno sociale: pensate che il “fare manuale” possa essere anche una forma di cura e di espressione personale?
Assolutamente sì. Il fare manuale attiva anche la mente e la riflessione. Nel lavoro sartoriale, come un po’ per tutti i lavori manuali, serve cura, pazienza e precisione. Serve anche molta creatività e fantasia, non solo per scegliere, ad esempio, le stoffe da usare, ma anche nel saper gestire un errore commesso e trovare una soluzione.
In che modo comunicate i valori di Spazio 3R al pubblico e quali strumenti utilizzate per coinvolgere la cittadinanza nei vostri progetti?
Ci è capitato più volte di partecipare a momenti e occasioni in cui presentare Spazio 3R, ad esempio a Milano Circolare nel 2024, oppure all’evento Circle up! in Cascina Cuccagna. Queste sono sicuramente occasioni importanti per parlare della nostra realtà e di quello che facciamo. Altri canali importanti sono il sito, il blog, i social e la comunicazione diretta con i nostri più stretti collaboratori. In ogni racconto facciamo emergere i nostri valori, le nostre attività e l’impatto sulla comunità.
Guardando al futuro, quali obiettivi vi siete posti per i prossimi anni e come immaginate l’evoluzione di Spazio 3R a livello territoriale e sociale?
Sicuramente per il futuro ci auguriamo di aumentare le opportunità di formazione per le donne e i corsi di formazione per i/le giovani, sia a Milano sia a Macherio. Vorremmo inoltre implementare l’uso del digitale in sartoria, con nuovi macchinari e corsi di formazione dedicati.
Infine, in linea con quanto fatto finora, vogliamo continuare a lavorare in rete e costruire nuove relazioni in modo da aumentare l’impatto e rendere Spazio 3R un punto di riferimento per la formazione in sartoria e per le aziende del settore.
(intervista raccolta da Viviana Musumeci, founder di Gaiazoe.life)
