Fino al 12 gennaio 2025, la Triennale Milano ospita una mostra dedicata all’opera di Monica Bolzoni, designer visionaria che ha trasformato l’idea di moda attraverso un linguaggio essenziale, sperimentale e profondamente legato al concetto di sostenibilità. L’esposizione, parte del programma della Design Platform, esplora il percorso creativo della designer, tracciando un ponte tra moda, design e cultura contemporanea.
Un approccio progettuale tra moda e design
Il lavoro di Monica Bolzoni si distingue per una ricerca esplorativa del femminile, che si riflette non solo nei capi e negli accessori, ma anche nella grafica, nel packaging e nei materiali utilizzati. In mostra, i visitatori possono ammirare una selezione di abiti e accessori che evidenziano temi centrali della sua visione:
- Divise reinterpretate come riferimenti culturali collettivi, rielaborate per il linguaggio della moda.
- Materiali innovativi, tra cui il jersey techno, il PVC e il nylon, che dagli anni Ottanta rappresentano una sfida ai confini della sperimentazione.
- Il colore, elemento strutturale e simbolico nella costruzione delle sue creazioni.
Bolzoni ha saputo anticipare le istanze del dibattito attuale sulla moda sostenibile, sviluppando una visione modulare dell’abbigliamento. Questa filosofia permetteva alle donne di reinterpretare i capi, trasformandoli e adattandoli nel tempo, in un’ottica di consumo consapevole e durevole. Il suo approccio progettuale, basato sulla modularità, ha reso ogni abito una piattaforma creativa, dove il “necessario” prende il posto del “superfluo”.
Archivi e avanguardia: l’eredità di Monica Bolzoni
La mostra, organizzata dal nuovo dipartimento moda della Triennale, valorizza l’archivio come fulcro creativo. L’archivio di Bolzoni non è solo una collezione di oggetti, ma un racconto vivo dell’evoluzione culturale e antropologica della moda dagli anni Settanta a oggi. Collaboratrice di Elio Fiorucci – anch’egli in mostra sempre in Triennale – e protagonista della scena newyorkese animata dalla Factory di Andy Warhol, Bolzoni ha incarnato la fluidità e la contaminazione tra stili, discipline e generi, molto prima che questi concetti diventassero centrali nel dibattito contemporaneo.
L’uso di materiali come le fibre polimeriche, e la loro reinterpretazione in chiave sperimentale, riflette un’estetica che va oltre il genere e abbraccia la forma pura. I suoi capi, con linee essenziali e geometrie perfette, sfidano i confini tra design e arte, invitando chi li indossa a riscoprirsi come “forme” in continua evoluzione.
Sostenibilità come visione
Bolzoni è stata una pioniera della sostenibilità, non solo nei materiali, ma soprattutto nell’approccio culturale. Il concetto di modularità, che caratterizza il suo lavoro, amplifica l’idea di un guardaroba pensato per evolversi nel tempo, riducendo lo spreco e promuovendo una moda più consapevole. La sua estetica non esibisce mai la complessità: la domina, offrendo una visione di moda essenziale ma emozionale, che trasforma i tessuti in “pelle sartoriale”, compagna di vita e testimone di esperienze.
Un tributo al design che unisce passato e futuro
Questa mostra non è solo un omaggio a una delle figure più significative del panorama creativo italiano, ma anche un invito a riflettere su come la moda possa dialogare con l’architettura, il design e la sostenibilità. Il lavoro di Monica Bolzoni rappresenta una sintesi perfetta tra passato e futuro, in cui ogni capo non è mai fine a sé stesso, ma diventa parte di un discorso più ampio sulla relazione tra identità, funzione e forma.
(a cura di Gaiazoe.life)