Donald Trump è tornato all’attacco, e questa volta nel mirino c’è Apple. L’ex presidente USA ha minacciato di imporre dazi altissimi all’azienda se Tim Cook non riporterà la produzione di iPhone & Co. negli Stati Uniti, abbandonando la Cina. Un ultimatum che suona come una minaccia… ma che, ironicamente, almeno per me che cerco di vivere una vita il più sostenibilmente possibile, leggo, quasi, come un auspicio.
Una strada più etica nel mondo tech
Sì, perché se davvero Apple dovesse rallentare la produzione globale a causa di costi più alti, magari si aprirebbe finalmente la strada a un’evoluzione più etica e sostenibile nel mondo tech. Un mondo in cui non sia più il marketing a dettare la scadenza del nostro smartphone, ma la sua reale durata tecnica.
Apple, da sempre regina del desiderio tecnologico, è anche tra i brand più aggressivi nel promuovere il ricambio continuo dei dispositivi: con una frequenza temporale elevata, il brand produce nuovi modelli, nuove funzioni, nuovi materiali, ma spesso solo piccoli aggiornamenti rispetto al modello precedente. E intanto milioni di iPhone ancora funzionanti finiscono nei cassetti, o peggio, tra i rifiuti elettronici.
La verità è che il nostro pianeta non può più permettersi questo spreco.
Solo in Europa ci sono oltre 900 milioni di connessioni mobili attive, e la domanda di dispositivi cresce con l’espansione del 5G. Ma a crescere, purtroppo, è anche l’e-waste. È arrivato il momento di invertire la rotta: passare dal culto del nuovo alla cultura del riuso.
Oggi, molti dispositivi hanno una durata tecnica tra i 4 e i 7 anni, ma vengono usati in media solo per 3.
E allora perché non incentivare il ricondizionamento, il riutilizzo, la riparazione? Perché non creare canali efficienti per raccogliere e rimettere in circolo questi prodotti, come già fanno realtà virtuose del Nord Europa?
Anche i grandi player come Nokia ed Ericsson stanno investendo seriamente nella circolarità, riciclando e ricondizionando le apparecchiature di rete. È tempo che anche Apple — e noi consumatori con lei — abbracci davvero un modello circolare.
Il futuro sostenibile non si costruisce con un iPhone nuovo ogni settembre, ma con scelte consapevoli, prodotti durevoli e una filiera che rispetti il pianeta.
E se tutto questo dovesse partire da un tweet di Trump… beh, chi l’avrebbe mai detto?
(a cura di Viviana Musumeci, founder di Gaiazoe.life)