Tra i profumi di mosto e i colori intensi delle Langhe autunnali, una nuova forma di bellezza prende vita dai filari del Barolo. Là dove il vino nasce e matura, Barò Cosmetics ha trovato l’ispirazione per un progetto visionario: trasformare gli scarti della vinificazione in preziosi attivi cosmetici. È così che le vinacce del Nebbiolo, un tempo considerate un residuo della vendemmia, diventano il cuore pulsante di una skincare d’avanguardia, sostenibile e scientificamente avanzata
Con il brevetto Gra-Phenol® e una ricerca costante sui principi attivi naturali, Barò ha reso concreta l’idea di un’economia circolare della bellezza, dove nulla si spreca e tutto si rigenera. Un approccio che unisce scienza e territorio, etica e innovazione, dando vita a prodotti 100% Made in Italy che fanno bene alla pelle e al pianeta.
In questa intervista, Alberto Toppino, co-fondatore di Barò Cosmetics, ci racconta come dalle colline del Barolo nasca una nuova idea di bellezza consapevole, che affonda le sue radici nella terra e guarda al futuro con la forza della ricerca e del rispetto per la natura.
Dall’uva la bellezza
In che modo il territorio ha influenzato la filosofia del brand e la scelta di trasformare le vinacce in un ingrediente cosmetico d’eccellenza?
Barò Cosmetics nasce nel cuore delle Langhe, un territorio che insegna ogni giorno il valore della lentezza, della cura e della trasformazione. Qui, dove la cultura del vino è arte e pazienza, abbiamo compreso che ciò che resta dopo la vinificazione – le vinacce – racchiude un potenziale straordinario. La nostra filosofia si ispira proprio a questo: nulla va sprecato, tutto può rigenerarsi. È una lezione che ci arriva dalla terra e che abbiamo tradotto in un modello di bellezza sostenibile e circolare, capace di restituire valore a ciò che la natura ci offre, proprio come il Barolo, che matura e si affina nel tempo fino a diventare eccellenza mondiale.
Può raccontarci come nasce questo attivo e cosa lo rende così unico rispetto agli estratti vegetali tradizionali?
Il nostro attivo esclusivo, Gra-Phenol®, nasce da anni di ricerca e collaborazione con laboratori italiani specializzati in biotecnologie verdi. Attraverso il processo brevettato di Bioliquefazione® Molecolare, siamo riusciti a estrarre e potenziare i polifenoli contenuti nelle bucce d’uva Nebbiolo del Barolo, rendendoli fino a dieci volte più biodisponibili rispetto ai comuni estratti vegetali. Questo significa che la pelle li riconosce e li assorbe più facilmente, beneficiandone in profondità. Il risultato è un attivo naturale ma altamente performante, che coniuga efficacia scientifica e purezza d’origine, trasformando un semplice scarto vinicolo in un elisir anti-age di nuova generazione.

Qual è stata la sfida più grande nel coniugare ricerca scientifica e sostenibilità ambientale?
La vera sfida è stata dimostrare che sostenibilità e performance non sono concetti opposti, ma complementari. Volevamo creare una cosmetica capace di competere con i migliori prodotti scientifici al mondo, ma con un impatto ambientale minimo. Abbiamo investito in tecnologia green, scelto packaging in vetro e plastica riciclata, e attivato collaborazioni con aziende agricole biologiche locali per garantire una filiera corta e trasparente. Ogni fase – dalla raccolta dell’uva alla trasformazione – è controllata per ridurre sprechi e consumi energetici. Il risultato è un equilibrio virtuoso tra innovazione, etica e rispetto per la terra che ci ospita.
Lo scarto è una risorsa
Come si passa dal concetto di “scarto” a quello di “risorsa rigenerante”?
Tutto parte da un cambio di sguardo. Le vinacce, per secoli considerate un sottoprodotto, contengono in realtà la parte più preziosa dell’uva: polifenoli, antociani e vitamine. Con la Bioliquefazione® Molecolare, siamo riusciti a liberare e potenziare questi principi attivi, dando nuova vita a ciò che la filiera vinicola tradizionale eliminava. È un gesto simbolico, oltre che tecnico: crediamo che la vera innovazione nasca quando la scienza incontra il rispetto per la materia prima. In questo modo, uno “scarto” si trasforma in una risorsa rigenerante che dona alla pelle ciò che la terra restituisce alla natura: equilibrio, energia e vitalità.
La tecnologia Bioliquefazione® Molecolare è al centro del vostro processo produttivo. Può spiegarci in che modo questo metodo riesce a preservare e potenziare l’efficacia dei principi attivi naturali?
La Bioliquefazione® Molecolare è una tecnologia biotecnologica brevettata che utilizza enzimi naturali per rompere le strutture vegetali senza alterarne le proprietà. A differenza dei tradizionali metodi di estrazione chimica o termica, questo processo mantiene intatta la struttura molecolare dei principi attivi, rendendoli più stabili e assimilabili. In pratica, consente di ottenere un concentrato naturale con una biodisponibilità fino a dieci volte superiore. È una forma di estrazione “intelligente”, che rispetta la materia prima e massimizza i benefici per la pelle, garantendo formulazioni più pure, sicure e performanti.
Come riuscite a mantenere un equilibrio tra performance cosmetica, sostenibilità e filiera locale?
Abbiamo scelto di restare fedeli alle nostre origini: produrre tutto in Italia, nel rispetto della filiera agricola delle Langhe. La nostra forza sta nel legame con il territorio e nel rapporto diretto con produttori come Cantina Barale, che coltiva uve Nebbiolo biologiche e fornisce vinacce di altissima qualità. Da lì parte un processo interamente tracciabile e sostenibile, che si conclude nei nostri laboratori piemontesi. Ogni prodotto Barò deve rispondere a tre criteri fondamentali: efficacia clinicamente testata, basso impatto ambientale e valorizzazione delle risorse locali. È un modello di “bellezza circolare” che restituisce valore alla comunità e alla natura.

Innovare nella sostenibilità
Quali sono gli obiettivi futuri del brand e su quali altri “scarti” naturali state lavorando?
Il nostro obiettivo è continuare a innovare nel solco della sostenibilità, ampliando il concetto di upcycling cosmetico. Dopo il successo del Gra-Phenol®, abbiamo sviluppato NUT-PHENOL®, un nuovo attivo derivato dalle pellicine delle nocciole Tonde Gentili delle Langhe, ottenuto con un processo di iperfermentazione che ne esalta il potere antiossidante. Sarà il protagonista della nostra prossima linea capelli, che debutterà a breve. Parallelamente stiamo esplorando altre matrici naturali, come residui di piante aromatiche e scarti di frutta locale. L’obiettivo è creare una filiera di bellezza completamente rigenerativa, dove ogni ingrediente racconti una storia di rinascita e rispetto per la terra.
In che modo sperate che questo approccio possa influenzare il futuro della cosmesi e il comportamento dei consumatori?
Crediamo che il futuro della cosmesi sarà guidato da un nuovo paradigma: meno consumo, più consapevolezza. I consumatori chiedono trasparenza, efficacia e valori autentici, e la nostra missione è dimostrare che la bellezza può essere anche un atto di responsabilità. Se riusciremo a ispirare altre aziende a vedere negli scarti una risorsa e nei territori un laboratorio di innovazione, allora avremo raggiunto il nostro scopo. La cosmetica deve diventare un ecosistema virtuoso, dove ricerca scientifica, sostenibilità e benessere coesistono. È così che immaginiamo il domani: una bellezza che non inquina, ma rigenera.
(intervista raccolta da Viviana Musumeci, founder di Gaiazoe..life)