Nel cuore luminoso del Salento nasce TheVerticaLine, un brand che trasforma la lentezza mediterranea in un’estetica di rigore e poesia. Fondato da Veronica Brevi, il marchio unisce la purezza del design minimalista alla forza dell’artigianato locale, restituendo alle calzature un’anima autentica e contemporanea. Ogni creazione riflette la filosofia di una “linea verticale”: una tensione verso l’alto, verso la coerenza e la ricerca dell’essenziale, lontano dall’omologazione e dalla frenesia del fast fashion.
In questo dialogo, Veronica racconta come il territorio salentino ispiri la visione di TVL | TheVerticaLine, il valore della lentezza come gesto di sostenibilità, e il significato profondo di un’eleganza che nasce dal rispetto del tempo, dei materiali e delle persone.
Le origini di TheVerticaLine
TheVerticaLine nasce nel cuore del Salento, un territorio ricco di luce, cultura e tradizione. In che modo questo luogo ispira la vostra estetica e la vostra filosofia creativa?
Il Salento è una terra autentica, priva di artifici circondata da bellezze naturali che invitano alla lentezza. Lì il tempo scorre con misura, permettendo di osservare, comprendere, respirare. Ogni creazione di TVL | TheVerticaLine riflette questa verità, la bellezza delle cose fatte con naturalezza ed il giusto tempo.
Nelle vostre calzature si percepisce un equilibrio tra rigore geometrico e sensibilità artigianale. Come riuscite a coniugare minimalismo e calore materico nelle vostre collezioni?
Il rigore è la nostra struttura, la forma che definisce la linea; la materia è ciò che le dà anima. Amiamo l’equilibrio tra questi due mondi: il disegno pulito e la mano dell’artigiano, la precisione e la piccola imperfezione che rende ogni pezzo vivo. Il minimalismo, per noi, non è freddezza: è spazio per far emergere la verità dei materiali.

La sostenibilità è qualità
La sostenibilità è una parola chiave oggi spesso abusata. Come la interpreta nella pratica quotidiana del lavoro e nella scelta dei materiali?
Per noi la sostenibilità comincia dalla qualità. Un prodotto ben fatto vive a lungo, e ciò che dura non si spreca. Produciamo solo su richiesta, senza eccedenze, e ogni paio nasce da mani esperte in laboratori locali. È un equilibrio tra rispetto, tempo e consapevolezza, l’opposto della produzione rapida.
Il nome TheVerticaLine evoca un’idea di tensione, di ricerca verso l’alto. Qual è il significato profondo di questa “linea verticale” nella visione del design e della moda nel brand?
La linea verticale è la direzione che scegliamo di seguire: non quella orizzontale della massificazione. È la linea dell’individualità, della coerenza, dell’unicità. In TVL questa verticalità si traduce in scelte concrete, nell’uso di materiali inaspettati per il mondo sneakers, nell’indipendenza dalle tendenze, nella volontà di creare un linguaggio riconoscibile. Anche il nostro simbolo, posto per la prima volta al centro della scarpa e non lateralmente, racconta questa visione: una linea che si mostra con naturalezza, visibile mentre si cammina, come un gesto silenzioso ma deciso di identità.
Sostenibilità e tradizione
Quanto contano le tecniche sartoriali tradizionali salentine nel processo creativo e come si intrecciano con le tecnologie contemporanee?
Sono fondamentali. Nella tecnica tradizionale si custodisce il sapere che dà forma alle idee. Lavoriamo con materiali inconsueti nel mondo delle sneakers, come il feltro, lasciato sfoderato per mantenere il suo calore naturale, e solo grazie a mani esperte possiamo trasformarli in oggetti funzionali e contemporanei. La tecnologia accompagna, ma non sostituisce.
Il brand sembra voler raccontare un Sud diverso, colto, essenziale e internazionale. Quanto è importante per voi rappresentare una nuova identità mediterranea nel mondo della moda?
Non è una nuova identità: è semplicemente una verità rimasta in ombra. Il Sud che raccontiamo è sempre esistito, sobrio, colto, luminoso, ma oggi finalmente trova spazio. L’artigianalità è tornata al centro perché è l’unico modo per essere autentici e sostenibili. Dare luce a questa realtà, fatta di mani, tempo e cultura, è per me motivo di orgoglio.
Da dove nasce una collezione: da un’idea, da un’emozione, da un tessuto o da un pensiero sulla società contemporanea?
Da tutto questo insieme. Un’idea formale, un’emozione tattile, una riflessione sul tempo in cui viviamo: ogni collezione nasce dall’incontro di pensiero e sensazione. È un processo che si nutre di osservazione e di ascolto.

La lentezza che porta al rispetto
In un’epoca di sovrapproduzione e fast fashion, che ruolo può avere una moda che invita alla lentezza e alla consapevolezza?
Un ruolo necessario. La lentezza restituisce valore alle cose: insegna che l’attesa amplifica il desiderio, che ciò che arriva piano si ama più a lungo. Credo in una moda che inviti a scegliere, non a consumare, a vivere gli oggetti come compagni di viaggio, non come stagioni che passano.
Come reagiscono i clienti al vostro linguaggio estetico essenziale e alla vostra visione etica nei vostri prodotti?
Ogni volta che ci scelgono, scelgono anche un modo di vedere il mondo. Le loro scelte rendono possibile la nostra coerenza, e questo crea un legame profondo: non si tratta solo di acquistare un prodotto, ma di condividere un pensiero.
Qual è la prossima “linea verticale”? Un sogno o una direzione che immagina per il futuro del brand — e, più in generale, della moda italiana sostenibile?
Immagino che la linea verticale possa diventare una linea infinita, una scia di persone che hanno scelto di uscire dall’omologazione per restare fedeli alla propria identità. Il futuro per TVL non è nella quantità, ma nella qualità delle connessioni: un’evoluzione lenta, ma sincera, come la nostra idea di bellezza.
(testo raccolto da Viviana Musumeci, founder di Gaiazoe.life)
