Nel mondo della moda, c’è un dibattito sempre più acceso tra due approcci contrastanti: il fast fashion e il slow fashion. Questi due concetti rappresentano non solo modi diversi di produrre abbigliamento, ma anche ideologie contrastanti che influenzano l’intera catena di approvvigionamento, il consumo e l’impatto ambientale. Uno dei fenomeni che rimangono ancora inspiegabili è quello di vedere le nuove generazioni battersi per i valori della sostenibilità al fine di proteggere il Pianeta per poi investire i pochi soldi che hanno a disposizione in acquisti sconsiderati su Shein o altre piattaforme fashion poco etiche, per non parlare delle catene di junk fashion ( ndr. sì, personalmente, amo chiamarle così)
Fast fashion: il vortice della produzione su larga scala
Il fast fashion è un modello di produzione e consumo che si basa sulla velocità e sulla riproducibilità a basso costo. Le aziende di fast fashion producono rapidamente grandi quantità di capi di abbigliamento seguendo le tendenze più recenti, spesso imitando i design dei marchi di lusso e distribuendoli a prezzi accessibili. Tuttavia, dietro questa “apparente” convenienza si nascondono diversi problemi che rappresentano un vero e proprio prezzo da pagare. Ecco quali:
- Impatto ambientale: La produzione su larga scala del fast fashion comporta un’enorme quantità di rifiuti tossici e un elevato consumo di risorse naturali, come acqua e energia. Inoltre, il ciclo di vita breve dei capi di abbigliamento fast fashion contribuisce all’aumento della quantità di rifiuti tessili.
- Condizioni di lavoro: Per mantenere i costi bassi, molte aziende di fast fashion si affidano a fabbriche che praticano sfruttamento del lavoro e condizioni di lavoro insalubri nei paesi in via di sviluppo.
- Omicidio della creatività: Il fast fashion favorisce la riproduzione rapida delle tendenze di moda esistenti, sopprimendo l’innovazione e la creatività nel settore.
Slow fashion: l’approccio consapevole e sostenibile
Al contrario, lo slow fashion è un movimento che promuove la produzione e il consumo di capi di abbigliamento etici, sostenibili e di alta qualità. Questo approccio si concentra sulla durabilità, sull’artigianalità e sul rispetto per l’ambiente e per le persone coinvolte nella catena di approvvigionamento. Le caratteristiche principali del slow fashion includono:
- Materiali sostenibili: Gli abiti slow fashion sono realizzati con materiali di alta qualità, spesso biologici o riciclati, che riducono l’impatto ambientale e promuovono la sostenibilità.
- Produzione etica: Le aziende di slow fashion lavorano con fornitori che rispettano gli standard etici e le condizioni di lavoro sicure per i lavoratori.
- Design intenzionale: Lo slow fashion si concentra su design unici e senza tempo che resistono alle tendenze effimere della moda, incoraggiando un approccio più consapevole al consumo.
- Consumo responsabile: Gli acquirenti di slow fashion sono incoraggiati a fare acquisti ponderati e a investire in capi di abbigliamento di qualità che dureranno nel tempo, riducendo così l’impatto ambientale complessivo della loro guardaroba.
La consapevolezza dello slow fashion
La differenza tra fast fashion e slow fashion va oltre il semplice atto di fare acquisti. È un’opportunità per riflettere sulle nostre abitudini di consumo, sulle nostre priorità e sulle nostre responsabilità nei confronti dell’ambiente e delle comunità globali. Scegliere lo slow fashion significa abbracciare un approccio più consapevole e sostenibile alla moda, che non solo ci permette di esprimere la nostra individualità, ma anche di farlo in modo che rispetti il pianeta e le persone che lo abitano.
(a cura di Viviana Musumeci founder di Gaiazoe.life)
