Nata tra le cime incontaminate delle Dolomiti, Dolomia è molto più di un brand cosmetico: è l’espressione concreta di un legame profondo e consapevole con la natura. In un mondo in cui la bellezza rischia di diventare solo superficie, Dolomia sceglie di risalire alle radici, dove la forza delle piante d’alta quota incontra l’intelligenza della biotecnologia per prendersi cura della pelle in modo autentico, rispettoso e rigenerativo. Con una visione olistica che unisce benessere, ricerca scientifica e tutela della biodiversità, il brand interpreta la sostenibilità non come tendenza, ma come scelta quotidiana e collettiva. Dalla formulazione ai materiali di packaging, ogni dettaglio racconta una filosofia che mette al centro la bellezza originaria — della pelle, dell’ambiente, delle relazioni.
Gaiazoe ha intervistato Valentina Darold Brand Manager di Dolomia
Il legame tra Dolomia e il territorio
Dolomia nasce nel cuore delle Dolomiti, un luogo di bellezza selvaggia e pura. Che significato ha per voi questo legame con il territorio?
È una connessione nativa e indissolubile. Il nostro territorio è ispirazione concettuale e concreta. È da questa natura straordinariamente forte, ricca e incontaminata che attingiamo, con gratitudine e rispetto, le risorse che ci permettono di formulare i nostri cosmetici.
Crediamo inoltre che esista un parallelismo fra la bellezza delle persone e quella del pianeta, in entrambi i casi c’è l’urgenza di ripristinarla nella sua originarietà liberandola da sovrastrutture e inquinamento di ogni forma.
- Come si traduce, nella quotidianità del vostro lavoro, l’ispirazione che arriva dalla natura?
Nella progettazione e nello sviluppo di cosmetici formulati con principi attivi naturali potenti, estratti con biotecnologie che esaltano la forza primordiale della pianta.
Non solo, i nostri prodotti sono concepiti per riattivare un benessere profondo a livello psico-fisico. È una raffinata combinazione di attivi naturali efficacie e sensorialità appaganti.
La nostra filosofia formulativa si basa su meccanismi che mimano quelli della natura, innescando i processi spontanei di decontaminazione, auto-difesa e rigenerazione della pelle, favorendone la longevità e rispettandone il bio-ritmo.
- I vostri prodotti sembrano portare con sé un pezzo di montagna. In che modo la forza e la delicatezza dell’ambiente dolomitico entrano nella filosofia del brand?
Le piante dolomitiche d’alta quota sono la vera forza della nostra formulazione. Sono specie diverse dalle altre, perché straordinariamente ricche di sostanze vitali che vengono cedute loro dall’acqua che sgorga nella roccia “Dolomia”, custode millenaria di vita. Questa forza si traduce in una grande efficacia anti-inquinamento sulla pelle.
La delicatezza è racchiusa nella multi-sensorialità dei nostri prodotti: nel tocco leggero e avvolgente delle texture, nel benessere rigenerativo delle fragranze, dai colori suggestivi del nostro make-up, ma anche dalla capacità dei fitocosmetici di sincronizzarsi al ritmo della pelle educandola a rigenerarsi spontaneamente, anziché forzatamente.

La sostenibilità per Dolomia
- La parola “sostenibilità” è molto presente oggi, ma spesso rischia di diventare un’etichetta vuota. Cosa significa davvero per voi, in concreto?
Essere sostenibili è un atteggiamento; e riguarda ogni singola persona del nostro team. Non è un’etichetta, non è un trend e non è una dichiarazione.
Ciò significa che in Dolomia la sostenibilità viene agita in ogni singola scelta, attraverso un approccio progettuale in eco-design. Dolomia è il primo brand cosmetico ad avere ottenuto la certificazione EPD (enviroimental product declaration), misurando ogni singolo passaggio della filiera per abbassare costantemente sprechi ed emissioni.
Il nostro laboratorio utilizza metodi bio-tecnologici che riducono l’impiego di acqua ed energia elettrica. La coltivazione privilegia sistemi autonomi a kilometri zero, filiere di up-cycling, o metodi innovativi come la coltura meristematica a zero impatto.
- Ci sono progetti o azioni specifiche che vi stanno particolarmente a cuore nel percorso verso una maggiore responsabilità ambientale?
In cima ai nostri impegni c’è la tutela della biodiversità locale. Siamo attivi con diversi progetti concreti di salvaguardia come ad esempio, il ripopolamento dell’ape carnica, la protezione del Narciso selvatico, la manutenzione del roseto di Seravella che ospita oltre 300 specie diverse.
- Quali sono le sfide più grandi che incontrate quando cercate di coniugare bellezza, etica e rispetto per la natura?
Unire questi aspetti implica una progettualità molto più sfidante sotto il profilo dei tempi, dei costi e della gestione della filiera… inclusa la selettività su ingredienti e materiali.
7. Avete scelto materiali sostenibili anche per il packaging: quanto conta per voi il gesto quotidiano, come aprire una crema, nel raccontare una visione più grande?
Evidentemente molto! Come dicevo inizialmente si tratta di una mentalità, ma è anche la somma di tante piccole accortezze a modificare con solidità le abitudini che hanno danneggiato il pianeta.
Il nostro packaging è molto particolare e caratterizzante, perché ragionare in termini sostenibili stimola idee fresche, insolite e creative: abbiamo scelto di utilizzare il vetro riciclato proveniente dalla raccolta differenziata delle bottiglie scure, che mantiene il suo naturale colore verde scuro. Mentre la plastica proviene da filiere di recupero (come ad esempio dagli oceani), la carta è 100% riciclata.
(testo raccolto da Viviana Musumeci founder di Gaiazoe.life)
