Il sontuoso matrimonio sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia tra Jeff Bezos e Lauren Sánchez è la quintessenza del capitalismo estremo. Tre giorni da mille e una notte, 250 super‑vip (da Oprah a DiCaprio), nove yacht e decine di jet privati hanno trasformato la città in una passerella del lusso, calpestando con arroganza la sensibilità di una comunità già al collasso per overtourism e crisi abitativa.
Privatizzare Venezia per un selfie ricco
Attivisti con striscioni come “No Space for Bezos” e “If you can rent Venice for your wedding, you can pay more tax” hanno contestato il colossale privilegio di “affittare” una città patrimonio dell’umanità per un evento privato. Lanciate ombrelle gonfiabili nei canali e proiezioni laser sui monumenti storici – una resa dei conti simbolica con il peso del denaro globale che schiaccia gli abitanti.
Oltre i numeri
- Danno ambientale e sociale: 90 jet privati arrivati, consumi stratosferici, stress su trasporti e servizi già al collasso.
- Contraccolpo culturale: un’invasione elitista che ha scatenato proteste, denunce e tensioni con la polizia
DiCaprio, la maschera rovesciata
Tra i 250 ospiti, c’era Leonardo DiCaprio: osannato come paladino del clima, ma presente al mega‑evento. Un paradosso ‑ o forse una mossa calcolata. DiCaprio ha prodotto Before the Flood, Ice on Fire, The 11th Hour, donato milioni tramite la sua fondazione e finanzia progetti ambientalisti, dalla difesa dei vaquita alla rewilding del “tigre della Tasmania”.
Eppure, quest’ultimo weekend ha scatenato critiche per l’incoerenza: difendere il pianeta con gli hashtag e seguitare a volare su jet privati per un ricevimento da favola? La stampa ha bollato la sua presenza come “epic disguise fail”, immersione totale nell’ipocrisia .
Ecco il vero greenwashing hollywoodiano
Questo matrimonio è il prodotto sofisticato di un sistema che si spaccia come etico, ma non lo è. Un’estetica ambientalista per coprire una volatilità capitalista — plastica e eccessi, dietro il velo green. Lo stesso schema in atto da George Clooney con Nespresso/Nescafé: gli imputano “greenwashing”, ma lui risponde che i compensi per il caffè gli consentono di finanziare film impegnati. E ci caschiamo, convinti che un ricco attore-trend‑setter possa davvero cambiare il mondo. In realtà, finanzia sé stesso .
Il cerchio si chiude: Bezos spende milioni per sposarsi in laguna, DiCaprio fa raccolte fondi green, Clooney incassa dai barattoli e noi applaudiamo. Ma Venezia resta invasa, i barboni vengono sfrattati, i canali si riempiono di gonfiabili anticapitale. E il pianeta continua a soffrire.
Questa cerimonia fastosa supera l’eco‑cowboy hollywoodiano. Non basta versare tre milioni in cause ambientali per cancellare l’impatto di un jet‑set velenoso. Quel che resta è un messaggio potente: il capitalismo tossico può comprarsi tutto – persino Venezia. E con DiCaprio che sorride al fianco di Bezos, la finzione diventa realtà.
A cura di Viviana Musumeci, founder di Gaiazoe.life