QUANTA FRETTA MA DOVE CORRI, DOVE VAI? RALLENTARE PER VIVERE MEGLIO: COME LA SAGGEZZA ANTICA – CERTIFICATA DALLA SCIENZA – PERMETTE DI SFUGGIRE ALLA MORSA DELLO STRESS
“Non si può impedire di invecchiare, ma si può impedire di diventare vecchi”.
Henri Matisse non era solo il poeta del colore ma anche il cantore di quello che, a tutti gli effetti, può essere considerato il segreto di una vita comme il faut, per dirla alla maniera dei suoi concittadini d’Oltralpe. Perché per invecchiare così come per vivere ci vogliono semplici (e sane) regole che sono alla portata di tutti, nonostante sembrino cozzare con quell’ésprit du temps bravissimo, invece, a fagocitarle. E la prima e la principale di queste regole è la lentezza, della quale Eliana Liotta traccia un elogio in chiave pratica nel suo ultimo libro, “La vita non è una corsa” (edito da La nave di Teseo), una lettura perfetta per addolcire il passo dei suoi lettori accompagnandoli in un percorso di igiene di vita di cui il tempo moderno ha uno spassionato bisogno.
Rallentiamo: non abbiamo bisogno di correre
L’autrice di titoli di successo e docente di Editoria Scientifica all’Università San Raffaele di Milano ha scelto di concentrare la sua lunga indagine dedicata al raggiungimento del benessere (fondato su autorevoli dati scientifici) al valore della pausa, al sapersi fermare, alla capacità di gestire il tempo concedendo una tregua al corpo e alla mente. In definitiva a quello che, a tutti gli effetti, è il solo modo per arrestare una corsa insana che, al traguardo, non porta medaglie ma regala solo effetti deleteri al nostro organismo. Non siamo nati per correre, nonostante la storia ci insegni il contrario: se è vero che il meccanismo dello stress è identico a quello che spingeva i nostri antenati a muovere le gambe per salvarsi la pelle, ora che non dobbiamo più metterci in salvo dall’attacco di un animale feroce, è assolutamente dannoso. Infatti, il cronicizzarsi dello stress causa una risposta infiammatoria continua che, alla lunga, danneggia il nostro corpo e rischia di sfociare nella malattia. E non serve scomodare esempi celebri perché i risultati sono sotto i nostri occhi ogni giorno…
E pausa sia, allora
Per avvalorare la bontà di una tesi universalmente inappuntabile, Eliana Liotta ha interpellato un team di specialisti – dai gastroenterologi agli endocrinologi, dai neuroscienziati ai fisiatri – dell’Università e dell’Ospedale del San Raffaele di Milano ai cui ha dato la parola affinché ognuno potesse spiegare, secondo il suo punto di vista, la necessità di rallentare, di concedersi uno stop, di spegnere il forsennato timer che governa indisturbato le nostre giornate. E le nostre notti. Una riscoperta dell’otium, per scomodare ancora i nostri antenati, da anteporre in maniera salvifica al negotium e ridonare così il giusto valore al tempo e alla sua gestione, in chiave, naturalmente, non più forsennata.
Ricerche alla mano, esperti al fianco e una sana dose di buon senso fanno la differenza nel percorso salvifico che l’autrice propone nel suo volume come soluzione per ricavarsi quelle pause fondamentali per l’economia della nostra vita. Nessuna ricetta segreta, solo una maggiore attenzione all’ascolto del nostro corpo per ri- partire con una nuova consapevolezza. E così se imparare a respirare o, meglio, a controllare la respirazione che, come dimostra la saggezza orientale – e come sanno bene gli adepti dello yoga – è uno dei farmaci naturali più miracolosi che esista (e lo stesso Cicerone ricordava “finché respiro, spero”), è il punto di partenza, si prosegue ascoltando la cronobiologia e adattandoci al ritmo luce/ buio per guadagnare in vitalità e riposo. Sempre la luce viene in aiuto all’uomo e insegnamenti che appaiono scontati come passare più tempo all’aria aperta e assecondare il ritmo di sonno e veglia seguendo naturalmente il calare del sole, costituiscono un altro, fondamentale fattore di beneficio. E ancora dedicarsi all’attività fisica ma senza strafare, riappropriarsi dei propri spazi dal punto di vista emotivo e sentimentale, rinforzare il legame con gli altri e soprattutto riequilibrare il rapporto tra lavoro e privato sono tutte piccole ma fondamentali tappe per vivere ogni giorno meglio e rappresentano la strada più semplice da percorrere per trasformare la corsa -e la vita!- in una piacevole camminata.
(a cura di Ursula Beretta, per la rubrica “Il benessere del corpo e della mente”