Tutto ha un costo e quello di cui i Governi si stanno accorgendo, anche se alcuni di essi, talvolta, fingono il contrario è che anche l’inquinamento atmosferico rappresenta un problema economico per l’intero Pianeta.
Uno studio realizzato da CREA (Centre for Research on Energy and Clean Air) e rilasciato di recente ha valutato per la prima volta il valore economico, ovvero il costo globale causato dall’inquinamento atmosferico da combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale). Oltre al valore economico attribuito al consumo di questi combustibili, lo studio ha anche evidenziato gli impatti sulla salute, con particolare attenzione a malattie come l’asma e il diabete.
Lo studio valuta intorno ai 2.9 trilioni di dollari nel 2018 i costi economici dell’inquinamento atmosferico da combustibili fossili, dato che corrisponde al 3,3% del PIL globale, superando di gran lunga i probabili costi di una rapida riduzione dell’uso di combustibili fossili. Non solo: nel 2018 sono morte circa 4.5 milioni di persone a causa dell’esposizione all’inquinamento atmosferico da combustibili fossili.
Nello studio non si è dimenticata l’incidenza sui costi sanitari e sulla produttività economica e sul benessere, infatti, l’inquinamento da PM2.5 di combustibili fossili è stato responsabile di 1,8 miliardi di giorni di assenza dal lavoro, 4 milioni di nuovi casi di asma infantile e 2 milioni di nascite premature. ( A cura di Gaiazoe.life)