Oggi in tutto il mondo si festeggia la giornata nazionale contro lo spreco alimentare. La prima volta in cui si è festeggiata questa ricorrenza è stata nel 2014 proprio nel nostro Paese. Andrea Segrè, coordinatore, all’epoca del PINPAS, il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare il piano attivato per sensibilizzare la popolazione sugli sprechi che vengono effettuati in campo alimentare, insieme all’Università di Bologna e grazie alla campagna Spreco Zero, istituì questo giorno proprio per tenere attenta l’attenzione su questo problema.
Lo spreco alimentare è da molti anni un problema non indifferente in quanto rappresenta la perdita di cibo ancora consumabile lungo la catena di produzione e consumo. Circa un terzo del cibo prodotto viene sprecato ogni anno, soprattutto nei paesi ricchi dove si ha a disposizione enormi quantità di materie prime alimentari e prodotti. Nei Paesi in via di sviluppo, questo fenomeno è, praticamente, inesistente.
Lo spreco alimentare rappresenta un grosso problema in quanto ha un enorme impatto sull’ambiente in quanto dà origine a spreco di risorse usate per produrre energia, acqua e terra. Inoltre lo spreco alimentare implica anche l’uso di fonti fossili non necessarie che solitamente vengono usate per coltivare il cibo. Infine, lo spreco è tale anche perché vengono prodotti rifiuti buttati in discariche e vengono deforestati i territori in misura sempre maggiore danneggiando la biodiversità.
Ma quali sono le soluzioni per limitare gli sprechi?
Per limitare gli sprechi alimentari è possibile investire sulla coscienza e la cultura dei consumatori: maggiore consapevolezza aumenta la capacità di acquistare, ad esempio, meno quantitativi di cibo. Quando il cibo non è più buono per gli umani è sempre possibile usarlo per il bestiame e può sostituire la produzione di mangimi.