E’ un’estate molto calda, questa, soprattutto nel sud dell’Italia, ma la ragione non è solamente di tipo climatico (anche se il problema incide anche sul riscaldamento della Terra).
Lo abbiamo visto, letto, sentito dalle cronache negli ultimi giorni: Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia e ora Abruzzo: tutte regioni in cui vengono appiccati incendi che devastano montagne, alberi, boschi, natura e, persino, le proprietà dell’uomo, visto che in taluni casi, le fiamme sono arrivate persino in città, come è successo a Catania dove anche qualche stabilimento balneare è andato completamente distrutto causando danni immensi all’ecosistema, ma anche di tipo economico ( ndr. il proprietario di uno stabilimento intervistato dal Tg1 ha dichiarato di aver perso un milione di euro).
Negli ultimi anni, questo atto criminale accade ogni estate e sempre più spesso, non si tratta di casi sporadici causati dal vento o dal caldo torrido che secca gli alberi, ma sono dei veri e propri attacchi realizzati dalle mafie locali.
Nella giornata del 2 agosto gli incendi hanno imperversato in tutto il Centro-Sud e i numeri sono veramente degni di un bollettino di guerra. Sono stati richiesti 30 interventi ai mezzi aerei: 7 dalla Calabria, 6 dalla Sicilia, 4 dal Lazio, 3 dall’Abruzzo, Molise e Campania, 2 dalla Basilicata e Puglia. Alla fine sono riusciti ad aver ragione di 12 roghi. Solo i Vigili del fuoco hanno lavorato su 1.202 roghi per non parlare dei volontari e dei proprietari di case, proprietà e terreni che si sono improvvisati vigili sul campo.
Eppure il fenomeno non stenta a diminuire.
Quali sono le cause degli incendi estivi?
Purtroppo, solo il 2% dei roghi sono causati da effetti naturali, i restanti incendi sono provocati dall’uomo, anche se più del 57%, secondo i Carabinieri, sono dolosi. I piromani possono dare fuoco ai boschi per diverse ragioni: la prima è che molti di loro sono malati psichici e il fuoco è la loro ossessione; tuttavia, gli altri delinquenti lo fanno per vendetta, per calcolo personale o persino economico. Solo quest’anno i Vigili del Fuoco sono intervenuti 37.407 volte, salendo così a 16mila interventi in più rispetto allo scorso anno.
Legambiente ha redatto il rapporto Ecomafia 2021 e ha evidenziato come nel 2020 siano andati letteralmente in fumo 62.623 ettari di terreno. Ma rispetto ai 4233 reati segnalati, solo 552 persone sono state denunciate e 18 arrestate.
In altre parole, pur essendo un reato molto grave che può condurre a pene di 10/15 anni, di fatto, chi appicca incendi rimane impunito.
Vista la situazione storica che stiamo vivendo, sarebbe opportuno, impegnarsi di più e maggiormente per trovare i responsabili di questi reati e contestare loro anche il reato di disastro ambientale. Attuando, possibilmente, le pene previste dal nostro Codice Penale.
(a cura di Viviana Musumeci, founder di Gaiazoe.life, il lifestyle blog dedicato alla sostenibilità)