E’ nato l’aceto Pahontu ed è frutto di ricerca, passione amore, artigianalità e bio.
Un prodotto che rispetta l’ambiente in quanto nasce da vini biologici e biodinamici senza solfiti aggiunti. Un prodotto strettamente legato al suo territorio di origine, ovvero i Colli Euganei, complesso e penetrante nel profumo di sambuco con sfumature fruttate tipiche del moscato prodotto in queste zone. L’aceto Pahontu, nasce con l’intento di valorizzare e nobilitare un prodotto, che come altri prodotti ritenuti umili, è sottovalutato e non sufficientemente valorizzato della cucina italiana. Ma nasce anche come frutto dell’amore dei due produttori, Mauro Meneghetti, restaurant Manager nel Gruppo Alajmo, sommelier formatore e
docente del Master della Cucina Italiana e Simona Pahontu, giornalista e comunicatrice.
Il credo dei due fondatori dell’Acetaia Pahontu prevede che
l’aceto sia integro, cioè non diluito con acqua, che venga affinato in botti di legno senza il controllo delle
temperature né del tempo (l’aceto Pahontu rimane in botte almeno un anno) e disconosce l’utilizzo della
cosiddetta “madre” considerata un falso mito nel mondo degli aceti: “si tratta di un agglomerato
cellulosico di natura batterica inutile al processo che, depositandosi sul fondo, può anzi creare odori
sgradevoli”, spiegano i fondatori.