The North Face, brand ultra noto agli amanti degli sport estremi all’aperto, ma non solo, è stata fondata nel 1966 con l’obiettivo di preparare gli atleti outdoor ad affrontare le avventure più complesse. L’azienda, fin da tempi non sospetti, ha lavorato in contemporanea per tutelare il pianeta in maniera sostenibile.
Era inevitabile, quindi, che Gaiazoe intervistasse il suo sustainability manager Emea, Julian Lings:
Da quando per The North FAce il pianeta e la sua salvaguardia è diventato un obiettivo primario?
Da quando The North Face è stata fondata nel 1966, il brand si è sempre interessato alla salvaguardia dell’ambiente e anche Hap Klopp, dopo essere diventato CEO, ha sposato questa filosofia, sostenendo che “la nostra missione non è quella di vendere un altro sacco a pelo o una giacca; La nostra missione è quella di cambiare il mondo”. È un obiettivo che il brand persegue
ancora oggi.
Come si comporta l’azienda per avere un approccio sostenibile?
Nella storia di The North Face troviamo numerosi esempi. Già nel 1975 abbiamo inaugurato l’Ice Nine Award, un premio provocatorio che ha suscitato curiosità e ha portato a sensibilizzare un gran numero di persone sul tema ambientale, riconoscendo quali sono le entità che contribuiscono maggiormente alla distruzione ecologica nel mondo. Recentemente abbiamo lanciato la Bottle Source Collection che utilizza 18 tonnellate di bottiglie di plastica raccolte sulle Alpi per creare una
gamma veramente sostenibile per gli esploratori.
Quali sono gli accorgimenti precisi che adottate in funzione della tutela del pianeta?
Lavoriamo ogni giorno per cambiare tutti gli elementi del nostro business che hanno un impatto sul pianeta e gli esempi possono essere trovati in tutto il nostro lavoro. Lavoriamo per misurare e ridurre il nostro impatto ambientale, in particolar modo nella produzione di materiali e nella produzione. The North Face compensa le emissioni generate dalle spedizioni dei nostri atleti al fine
di ridurne l’impatto ambientale, e i nostri team di progettazione stanno lavorando duramente per introdurre nuove innovazioni, come il nostro pluripremiato materiale FUTURELIGHT, progettato pensando alla sostenibilità.
Cosa fate, invece, in termini di social responsability?
Insieme agli altri marchi di VF Corporation, crediamo che, essendo uno dei più grandi rivenditori di abbigliamento e calzature al mondo, abbiamo la responsabilità di rendere il mondo un posto migliore. Sfruttare la nostra influenza e l’impatto che abbiamo per proteggere le persone e il pianeta offre opportunità entusiasmanti, tra cui guidare il nostro settore per contribuire a limitare il
cambiamento climatico; ridurre drasticamente l’impatto dei nostri materiali in un mondo con risorse limitate; e assicurare che nessun lavoratore rischi la propria dignità, salute o benessere lavorando per noi.
Come vi vedete nel 2030?
Ci siamo affidati a Science Based Targets per guidare il nostro lavoro nei prossimi dieci anni fino al 2030. I nostri obiettivi includono:
- – Una riduzione assoluta delle emissioni di gas serra degli Scope 1 e 2 del 55% entro il 2030, a partire dall’anno di riferimento 2017
– Una riduzione assoluta delle emissioni di gas serra di Scope 3 del 30% entro il 2030, a partire
dall’;anno di riferimento 2017, concentrandosi sui materiali che arrivano all’azienda, sulle operazioni
di approvvigionamento e sulla logistica.
(Intervista a cura di Viviana Musumeci per Gaiazoe.life, il sito dedicato al lifestyle eco-sostenibile)