Giulia Peditto è prima di tutto una yogini e poi un’insegnante di yoga. E non è un caso che lei stessa ripeta più volte questa affermazione nel corso di un incontro che è molto più simile a un rendez-vous tra amiche che a un’intervista, in cui le chiacchiere si alternano a pensieri su una disciplina fondamentale per Giulia (e non solo) dalla quale lei, come tutti, ha sempre qualcosa da imparare.
Dopo aver fatto della sua passione un lavoro, Giulia ha fondato Hagu Yoga Studio, una scuola di yoga online che raccoglie le video lezioni di insegnanti internazionali certificati e la cui formula, democratica e inclusiva, rispecchia alla perfezione la filosofia della sua ideatrice. La quale, grazie all’incontro risolutivo e rivoluzionario con lo yoga, ha scoperto che stare bene è una vera e propria capacità che tutti hanno in essere e che è semplicissimo portare alla luce. Come? Con la pratica dello yoga naturalmente! Ne abbiamo parlato con Giulia.
L’incontro con lo yoga
Come hai scoperto lo yoga e come questo incontro ti ha cambiato?
Sembra banale ma sono sempre stata attratta dall’idea di stare bene, ovunque mi trovassi. E lo yoga ha sempre avuto questo tipo di attrazione irrazionale per me, senza che potessi darmene una spiegazione e senza che avessi mai provato realmente la pratica sul tappetino. Ma quando mi sono decisa a fare la prima esperienza e mi sono trovata in una classe di hata yoga, un tipo di yoga in cui le asana, ovvero le posizioni, sono tenute per più tempo e dove l’immobilità favoriva il vagare della mia mente, non sono rimasta totalmente soddisfatta. Ovviamente non sapevo che esistessero centinaia di altri tipi di yoga tra cui trovare quello più adatto a me…Non mi sono data per vinta ma, al contrario, dopo altre esperienze al limite del fallimentare, ho deciso di partire per un viaggio con destinazione Oriente in compagnia solo del mio tappetino per immergermi nel mondo dello yoga e scoprire la ragione del fascino che questa disciplina continuava a esercitare su di me. Ci è voluta una certa dose di coraggio per abbandonare le mie certezze (e le comodità!) e farmi guidare in un’avventura che mi ha permesso di entrare in contatto con un universo, quello dello yoga, in cui non esistono barriere e che celebra la diversità di ognuno come un valore aggiunto e prezioso che distingue e arricchisce. E proprio questa celebrazione della diversità racchiusa nel modo unico e splendido con cui ogni singola persona interpreta un asana – che non è uno solo ma è diverso a seconda di chi lo vive – equivale alla consapevolezza di essere (e sentirsi) unici e al contempo parte di un insieme in cui i singoli formano il tutto… se ci pensiamo, altro non è che il significato primo della parola yoga, che deriva dal sanscrito e significa unione…
Qual è l’insegnamento più prezioso che hai ricavato dallo yoga?
Sicuramente il fatto che si possa portare lo yoga fuori dal tappetino e che non rimanga un’esperienza circoscritta nel tempo o nello spazio di una Shala (il luogo dove si pratica lo yoga, ndr): per esempio, facendo Vinyasa ho imparato l’importanza di non bloccarmi davanti alle difficoltà ma di fluire. Sempre. E cosa significa fluire nella vita di tutti i giorni? Semplice, vuol dire imparare ad affrontare le problematiche del quotidiano senza paura e senza procrastinare – come facevo in passato- facendo un respiro alla volta, un passo dopo l’altro, senza mirare alla perfezione ma semplicemente continuando ad andare avanti.
Perché lo yoga è un percorso?
Lo yoga è un percorso nella misura in cui non c’è una destinazione da raggiungere ma semplicemente un fare, un dare, un ricevere, uno stare, continuamente e in evoluzione. L’obiettivo non è la meta ma il divenire continuo che ci permette di accettare il cambiamento e di metterci in contatto con tutte le persone diverse che siamo ogni giorno, riconoscendoci e accettandoci. E il mio motto riassume questa idea di fondo: onceateacher forever a student, in un apprendimento continuo che ha l’obiettivo di insegnarci a stare bene.
Ecco perché lo yoga fa bene a tutti ed è democratico
Quali sono i benefici dello yoga?
Al di là dei benefici che coinvolgono la parte fisica, per enumerare i quali servirebbe un’enciclopedia, lo yoga regala gli strumenti per affrontare la vita di tutti i giorni ricavando direttamente dal quotidiano i suoi insegnamenti. Come l’importanza del non giudizio nell’approccio al prossimo per il quale è utile porsi come se fossimo una pagina bianca così da sospendere ogni possibile commento. Come il Sankalpa, la motivazione che mettiamo prima di ogni pratica sul tappetino, che può diventare serenamente l’obiettivo che guida le nostre giornate. Come l’abbracciare quella leggerezza che significa, semplicemente, lasciare andare quello che non mi serve più e affrontare la vita con un bagaglio più leggero.
Lo yoga è inclusivo e democratico. Ci racconti perché?
Perché, semplicemente, una delle basi dello yoga è che non esiste un asana perfetto, ma esiste l’asana perfetto per ogni praticante, che è quello che lo fa stare bene. Per questa ragione, più di ogni altra cosa, lo yoga è democratico e inclusivo: perché tutti possiamo stare bene sospendendo, in primis, ogni giudizio su noi stessi.
Tu hai creato nel 2022 una scuola, Hagu Yoga Studio, che potesse riassumere la tua visione dello yoga. Ce ne parli?
In Hagu Yoga Studio ho voluto dare una forma “pratica” a quell’idea di yoga che avevo cercato e trovato nel mio viaggio in Oriente e che mi aveva permesso di stare bene. Il mio obiettivo era ed è che rispecchiasse totalmente le mie idee sulla diversità intesa come ricchezza e sull’abbattimento di ogni tipo di confine. In che modo? Gli insegnanti che ho scelto per la scuola provengono da tutto il mondo (India, America, Hong Kong, Indonesia…) e portano nella pratica i loro stimoli e il loro bagaglio culturale. Inoltre, il contenuto che propongo è accessibile a tutti perché l’ho pensato in due lingue, in inglese e doppiato in italiano. Doppiato per abbattere la barriera linguistica, e online per abbattere quella temporale e geografica, permettendo di praticare quando e dove si vuole. Più accessibile e inclusivo di così! Questa peculiarità permette a ognuno di trovare il “proprio” insegnante, quello più affine a lui e con la pratica di yoga che sente più vicina, mettendosi semplicemente davanti allo schermo di un device.
Gli insegnamenti dello yoga
In che modo lo yoga inizia dal tappetino e prosegue nella vita di tutti i giorni?
Semplice! È sufficiente “prendere” un insegnamento dello yoga e replicarlo nel quotidiano. Il non giudizio, la non violenza… ricordiamoci che le posizioni sono solo il 10% della pratica yoga!
Quali sono i cambiamenti che, personalmente, hai ricavato dalla pratica dello yoga?
Al di là dei cambiamenti fisici che sarebbe difficile riassumere perché sono davvero tanti, ho imparato ad ascoltare di più me stessa e il mio corpo. Ho imparato a domandarmi, anche solo per 30 secondi al giorno, che cosa il mio corpo mi stia dicendo, quali aree abbiano bisogno di più attenzione e magari di più coccole, dove devo portare il mio respiro. E ho imparato ad ascoltare l’insegnante cosa che, nella quotidianità, equivale ad ascoltare le altre persone che ho intorno. Ci pensiamo a quante poche volte questo accada? Ecco, l’ascolto e la pratica dell’ascolto sono stati per me un cambiamento importante.
E quale insegnamento hai ricavato dalla pratica dello yoga che ti ha permesso di dare una svolta alla tua vita?
Sicuramente prendermi cura di me. E anche mettere dei confini tra me e il lavoro, tra me e gli altri. Per essere una persona migliore, ho bisogno di prendermi cura di me stessa e poi posso donare agli altri, quando insegno esattamente come nei rapporti di ogni giorno.
Quali consigli daresti a chi vuole avvicinarsi al tappetino?
Di farlo senza aspettative, di non paragonarsi agli insegnanti o alle persone che stanno praticando vicino a lui, perché non c’è giusto o sbagliato, il fine è solo quello di stare bene! E poi gli direi di non vestirsi con leggings stretti o con indumenti troppo attillati perché lo yoga va a lavorare sulla circolazione nelle posizioni che, se costrette da tessuti o elastici, perdono in potenza. Quindi, nell’ottica di stare bene, rinunciare al fashion ad ogni costo per scegliere la comodità!
Qual è il tuo mantra?
Onceateacher, forever a student, naturalmente!
Ciao Giulia, ci vediamo sul tappetino!
(a cura di Ursula Beretta, curatrice della rubrica Il benessere del corpo e della mente per Gaiazoe.life)