Immaginate un’imponente e problematica discarica piena di camion carichi di rifiuti nel bel mezzo di uno dei più bei paesaggi italiani, trasformata in un avveniristico impianto di smaltimento e trattamento dei rifiuti che produce biogas, estrae materiali riciclabili dall’indifferenziata e ospita opere d’arte ed eventi internazionali.
Non si tratta di una fiaba o di luoghi fantastici, ci troviamo in Italia, a Peccioli, nel cuore verde della provincia di Pisa, dove una discarica ha portato benessere, sviluppo, servizi, democrazia partecipativa producendo 25 milioni di euro nel giro di dieci anni.
Nell’idea comune le discariche appaiono come un luogo sgradevole, vuoi per gli odori a cui sono associate o per la visione negativa che abbiamo dei nostri rifiuti, quindi nessuno ne vorrebbe una dietro casa. Tuttavia, l’amministrazione di Peccioli, allora guidata dal sindaco Renzo Macelloni, decise di affrontare la questione in modo creativo e creare un nuovo modello di discarica. Così il 21 aprile 1997 nasce una società, la Belvedere S.p.a. Inizia la storia di un’azienda fondata sull’idea che dal rifiuto può nascere nuova vita, un po’ sul filone di Baudelaire e la sua opera “I fiori del male” scritta proprio con l’intento di estrarre il bello dal male.
Belvedere S.p.a., è una “discarica modello” studiata da università italiane e straniere, che nasce con l’obiettivo di gestire le complesse problematiche legate all’impianto di smaltimento situato nella frazione di Legoli. É una public company dove il 64% del capitale sociale è detenuto da Comune di Peccioli e il restante 36% è posseduto da circa 900 azionisti che partecipano attivamente alla vita dell’azienda. In sostanza, i cittadini sono coinvolti direttamente, non si sono limitati a eleggere amministratori cui delegare il compito di decidere che cosa fare del loro territorio.
Il Sistema Peccioli, smaltendo e riciclando rifiuti, è così riuscito a ricavarne addirittura della cultura: da luogo respingente e problematico è diventato un luogo di ritrovo, attrazione turistica, teatro. Belvedere S.p.A. organizza ogni anno incontri, eventi e performance utilizzando gli spazi realizzati nell’impianto di Legoli. L’anfiteatro del Triangolo Verde, un inatteso palcoscenico all’aperto, ha ospitato artisti internazionali, illustratori, cantanti d’opera, concerti di musica classica, sfilate di moda, partenze di gare podistiche.
Uno dei principi fondanti della società è valorizzare il territorio in tutte le sue forme e proprio in quest’ambito è nata la collaborazione con Naturaliter, azienda leader nel settore degli allestimenti museali. Diverse statue di poliuretano e polistirene sono state collocate lungo le colline di rifiuti; un perfetto connubio tra arte e paesaggio che mette in discussione la visione negativa che abbiamo delle discariche. Anche il noto vignettista toscano Sergio Staino, nel 2016, ha accettato di decorare con un colorato affresco le pareti esterne che proteggono dal vento l’impianto di Trattamento meccanico biologico, impedendo a rifiuti e odori di disperdersi nei dintorni. Nel 2017 è poi toccato all’inglese David Tremlett, un maestro della neo-avanguardia famoso per i suoi wall drawing, riempire di colore e forme geometriche un grande muro di contenimento e i silos dell’impianto di smaltimento, nel mezzo della discarica.
Sono stati 25 anni di continua evoluzione, ma la Belvedere S.p.a non si ferma qui; fra le ultime innovazioni figura un impianto di Trattamento meccanico biologico per estrarre i materiali riciclabili dai rifiuti indifferenziati e un altro di cogenerazione per la produzione di energia derivante dal biogas. E intanto la società ha allargato il raggio d’azione, coinvolgendo realtà di assoluto prestigio come il Cnr per nuovi studi sulla robotica e sulla domotica applicate a una migliore gestione dell’ambiente.
Nonostante tutto, le discariche rimangono il luogo meno ideale per i nostri rifiuti, poiché possiamo considerarle un “deposito” di tutti gli oggetti che la società non è riuscita a riutilizzare. Allo stesso tempo risulta quasi surreale pensare di vivere senza esse, considerando che solo in Italia mandiamo in discarica circa il 21% dei rifiuti urbani, quasi 6,3 milioni di tonnellate. L’esempio di Peccioli, quindi, può essere di ispirazione per trasformare questi luoghi e il loro rapporto con le comunità che servono.
fonti
https://belvedere.peccioli.net/
(a cura di Mattia Giardinelli, Green Ambassador, IED Italia)