Dodo è un marchio di gioielli che nasce come brand ispirato alla natura e che sta dalla sua parte. Non a caso il nome è quello di un uccello che, purtroppo, ormai, si è estinto e che era originario delle isole Mauritius. Ma il brand ha sempre fatto la sua parte per sostenere associazioni e attività a favore della natura, come ad esempio il WWF, ma anche per incidere in termini culturali e materiali sulla produzione della gioielleria, introducendo, ad esempio, l’oro responsabile (per cui è certificata). Negli ultimi anni, poi, ha sostenuto Treedom, la piattaforma web che permette di piantare un albero a distanza e seguirlo online.
L’ultima iniziativa filantropica che vede Dodo come protagonista è molto ambiziosa e di ulteriore pregio, in quanto supporta l’associazione Tenaka (in lingua Mahori significa Lavorare insieme) che dà il nome all’omonimo progetto, e che è stato ideato da una giovane francese Anne Sophie Roux
Tēnaka è il progetto dedicato alla salvaguardia della barriera corallina, e, come spiegato dalla CEO del gruppo Pomellato, Sabina Belli, il marchio non poteva non rispondere alla richiesta di aiuto (e supporto economico) da parte proprio di Anne Sophie che, forte della sua grinta e della sua giovane età, ha creduto in maniera appassionata in questo progetto, cambiando, praticamente la sua vita, visto che ha fondato una vera e propria impresa sociale. Non a caso Anne Sophie nel 2019 è stata nominata ambasciatrice della Sustainable Ocean Alliance in Francia, grazie anche alle sue ricerche sul cambiamento climatico in Asia e nelle isole del Pacifico, studi che le hanno consentito di capire che le principali soluzioni alla crisi climatica si trovavo proprio nell’oceano.
Ma in cosa consiste il progetto Tēnaka?
Anne Sophie e gli operatori dell’associazione, in sinergia con corporazioni, scienziati, ONG e comunità locali nel cuore della Malesia, ripristinano e ricostruiscono letteralmente le barriere coralline compromesse. La barriera diventa autonoma già, dopo un anno e dà vita a più di 3.000 differenti specie, proteggendo contemporaneamente 5 specie a rischio.
Ma perché è così importante lavorare “sugli oceani”?
“Perché gli oceani, più degli alberi, sono di fondamentale importanza per salvaguardare la crisi climatica. L’oceano fornisce il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe il 30% della CO2 annuale” ha spiegato a Gaiazoe Anne Sophie durante una Zoom call organizzata da Dodo.