Il patto di fiducia che dovrebbe legare aziende/brand e consumatori, è stato violato e, un’azienda nota a livello internazionale e importante come Volkswagen è stata condannata a risarcire i consumatori con una sentenza, prima della corte di Appello di Coblenza e poi dall’Alta Corte Federale: di fatto, chi ha acquistato una Volkswagen con le emissioni truccate può pretendere un risarcimento calcolato sul prezzo di acquisto e sul chilometraggio percorso e restituire l’auto incriminata.
Tutto questo grazie alla singola azione di un signore tedesco che aveva acquistato una VW Sharan e che, saputo del comportamento menzognero dell’azienda riportato dai giornali, aveva fatto causa.
Ma di cosa è accusata Volkswagen nel Dieselgate?
Lo scandalo Dieselgate, che risale al 2015 ed è partito con Volkswagen, ma riguarda anche marchi concorrenti come Daimler, ha rappresentato un danno fortissimo all’immagine dell’azienda, scalfendo la fiducia dei consumatori: di fatto, come ha spiegato il giudice Stephan Seiters, l’azienda automobilistica “ha ingannato scientemente e sistematicamente per più anni” le autorità “nell’ottica del profitto”.
La casa automobilistica, nel frattempo, ha già trovato delle intese extragiudiziali con circa 235mila clienti tedeschi (per una cifra che ammonta a circa 750 milioni di euro); inoltre, quest’ultima sentenza potrebbe fare da precedente per le circa 60mila cause aperte nei tribunali tedeschi.
Secondo Altroconsumo, questa sentenza rappresenta un precedente per tutti i consumatori europei e per questo l’associazione spinge affinché la casa automobilistica risarcisca anche i circa 75mila consumatori italiani che si sono uniti con Altroconsumo nella battaglia. ( a cura di Gaiazoe)