I libri di Ursula Beretta: Cuccette per signora di Anita Nair
La condizione femminile da raccontare e da raccontarsi è un percorso che si snoda
seguendo fermate diverse che, una volta messe insieme, prendono la forma di un
itinerario intenso e avvolgente, quello della consapevolezza:
“Cuccette per signora” di Anita Nair, Neri Pozza Editore, si serve di un viaggio notturno,
dalla stazione di Bangalore fino a una meta non definita, per racchiudere, nello spazio di
uno scompartimento, le storie di sei differenti donne dell’India di oggi alle prese con
tradizione e modernità, divise tra una religiosità ancestrale e il desiderio di indipendenza
che rifugge modelli di femminilità datati e castranti. Un racconto di racconti costruito
intorno alla protagonista, quella Akhila alla ricerca affannata di un’identità che la sua storia
personale sembra volerle negare in ogni modo, che ascolta dalle parole delle sue
compagne di scompartimento confidenze dolorose ma, al contempo, foriere di una verità
tanto bramata quanto rifuggita.
Le donne sono forti. Le donne possono fare tutto, bene quanto gli uomini. Le donne
possono fare molto di più. Ma una donna deve cercare dentro di sé quel filone di forza.
Non si manifesta naturalmente da solo”
Così la notte, con il suo carico accogliente di parole, si fa complice di una consapevolezza
che emerge, stazione dopo stazione, nell’anima di chi la riceve, con lo sguardo pronto a
cogliere le opportunità silenziate da troppo tempo e con la voglia di trasformare una
condizione sociale che sembra immobile in opportunità. La cuccetta, simbolo di una
tendenza all’emarginazione ancora forte, è piena di quella dolcezza e di quella forza che,
nelle pagine del romanzo, acquista la forma di pietanze profumate, di sari intessuti di oro e
di seta, di luminosi braccialetti di vetro. E del loro esatto contrario. Di lavori umilianti, di
bambini abbandonati e di affetti repressi, di violenze insopportabili e di una miseria che
scava senza pace rendendo la libertà una chimera.
Sono le contraddizioni del continente indiano, sempre sospese tra l’ineluttabilità della
tradizione e la contingenza del tempo moderno, a orchestrare un romanzo affascinante e
doloroso, in cui è il viaggio stesso, scandito dalle differenti voci delle donne, che, ancora
una volta, può e deve dare delle risposte. (Ursula Beretta)