Ci sono aziende che hanno creduto nella sostenibilità, quando non era di moda ed era anche difficile fare passare alcuni concetti che oggi, fortunatamente, complice una generazione più attenta, vengono assimilati velocemente e con semplicità; altre aziende hanno puntato su progetti senza sapere che sarebbero stati sostenibili, anche se, tentare di migliorare la vita delle persone, è, di per sé, sostenibile: Estrima è una azienda di quelle che hanno puntato sull’ambiente fin dal 2008, in un certo senso, senza saperlo e oggi, con Birò, raccoglie i frutti di questa scommessa.
Birò è un veicolo elettrico o minicar a 4-ruote creato per soddisfare la richiesta sempre crescente di una parte di popolazione urbana attenta ai problemi ambientali, ma soprattutto, all’ottimizzazione del tempo. A oggi, dal 2009, sono stati venduti 3500 veicoli, di cui la metà all’estero, in particolare nei Paesi Bassi, Amsterdam in testa. L’entry price del modello base è di quasi 9.000 euro (acquistabile, al momento solo nello store di Milano, città trafficata dove, in Italia, se ne vendono di più).
“Quando fondai nel 2008 l’azienda, a essere sinceri, il primo pensiero che ebbi fu di ridurre il tempo di presenza nel traffico cittadino alle persone, perché ancora oggi, crea uno stato di stress e agitazione. Quando sei bloccato del traffico, ti senti in trappola, come se il tempo ti sfuggisse di mano, ma il tempo è una risorsa e non piace perderlo.. Le persone vivono un disagio personale quando sono nel traffico. e lo vivono quando, ad esempio, non trovano parcheggio. Si sentono costretti. Io volevo trovare la soluzione a queste persone. Il driver principale per lanciare Birò è stata la semplificazione della mobilità. Il creare dei mezzi elettrici è stata una conseguenza in quanto nel 2008 molte città stavano già limitando l’accesso ai mezzi inquinanti e ingombranti. In fondo è stata una conseguenza il fatto che sia stato creato per non inquinare, del resto, quando pensi alla sostenibilità pensi a rendere migliore la vita delle persone e il traffico non è sostenibile” spiega a GaiazZoe.life il fondatore Matteo Maestri.
Ma chi guida Biro?
“Il target, dal punto di vista del sesso, è paritario: uomini e donne si mettono alla guida della nostra minicar, tuttavia, dal punto di vista anagrafico, sono più le persone over 50 che prediligono questo modo di guidare per una ragione molto semplice: attribuiscono un valore maggiore alla gestione del tempo” ha spiegato Maestri, al quale abbiamo anche chiesto come sia possibile non essere schiavi di una rete di colonnine di ricarica che non sempre sono ancora presenti in maniera capillare nei territori: “Avrebbe potuto essere un problema, ma lo abbiamo risolto sul nascere. Chi acquista Birò riceve una batteria di ricambio contenuta in un trolley che può essere ricaricata, quando non serve. Di fatto, ogni luogo diventa una colonnina. Non solo: il consumo è davvero ridotto e ha un costo irrisorio se si pensa che con 100 euro di corrente si possono percorrere fino a 10.000km (ovvero con un euro si percorrono 100 chilometri”.
A cura di Gaiazoe.life
(*Gaiazoe.life il primo vero blog sul lifestyle sostenibile)